Poetessa, traduttrice, autrice di prosa e saggistica e critica gastronomica, promuove varie iniziative sul rapporto tra letteratura e cucina, soprattutto giapponese. Ryoko Sekiguchi è nata a Tokyo nel 1970 e vive a Parigi da oltre vent’anni. Ha studiato letteratura francese e comparata alle Università di Waseda e Tokyo e storia dell’arte alla Sorbona. Dopo il debutto letterario, premiato con il prestigioso Gendaishi Techo, nel 1993 ha pubblicato la prima antologia di poesie, Cassiopea peca. È stata scrittrice in residenza a Villa Medici, all’Accademia di Francia a Roma ed è Chevalière de l’Ordre des Arts et des Lettres. La sua traduzione di Solibo magnifique di Patrick Chamoiseau è stata insignita del Best Translation Award giapponese. Il saggio 961 heures à Beyrouth ha ricevuto la menzione d’onore al Prix France Liban e vinto il Grand Prix SGDL de la Non-Fiction. La sua prosa è caratterizzata da leggerezza, quasi impalpabile come tela di ragno. Traspare il suo gusto per il transitorio, la sua abilità, attraverso parole semplici, nel costruire un mondo da esplorare attraverso la vista, il gusto e l’olfatto. Il suo Nagori (2018) in Francia ha ricevuto il Coup de coeur du jury du Prix Rungis des Gourmets e il Prix Mange, Livre.
Con “nagori” in giapponese si indica la fine della stagionalità di un frutto, di un ortaggio, di un dono della natura. Ma “nagori” assume anche le sfumature della nostalgia per una stagione giunta al termine e che ci lasciamo a malincuore alle spalle. “Nagori” annuncia una futura assenza: per ritrovare quell’odore, quel sapore, quell’emozione bisognerà aspettare un intero anno, non potendo far altro che conservarne il ricordo nella memoria dei sensi.
Ogni odore mi portava la presenza di altri esseri, facendomi capire che era questo, la stagione: un profumo, una traccia di un istante di presenza.
Bibliografia italiana
Nagori. La nostalgia della stagione che ci appena lasciato, trad. Gampiero Massano, Einaudi, 2022