Dal 10 al 23 settembre, Madama Butterfly e Il trovatore si alternano in Campo San Fantin per la conclusione della Stagione Lirica 2021-2022.
Il cartellone della Fenice nel mese di settembre propone due titoli di opere tra le più importanti, conosciute e amate dal pubblico: Madama Butterfly e Il trovatore. L’opera di Puccini, nella rappresentazione in programma dal 10 al 22 settembre, in collaborazione con la fondazione Renata Tebaldi, viene dedicata al grande soprano, nel centenario della sua nascita. Tebaldi, celebre per lo scrupolo con cui affrontava le sue eroine, dapprima era riluttante nell’interpretare il personaggio di Cio Cio San, avvertiva come contraddizione alla sua statuaria presenza scenica espressioni del libretto come: «piccina», «mogliettina » e altri accenni al “giapponesismo” di maniera che vuole la donna giapponese minuta, bamboleggiante. Alla fine ebbero la meglio il desiderio del pubblico che la reclamava in quel personaggio e la sua ferma volontà di sottrarre Butterfly ad un limite interpretativo.
L’opera è stata la prediletta da Puccini, che studiò per tre anni minuziosamente usi e costumi del Giappone per plasmare al meglio il personaggio di Cio Cio San, che ancora ben oltre un secolo dopo il debutto alla Scala il 17 febbraio 1904 riesce ad incantare platee di ogni dove. Il libretto è di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica; Puccini venne ispirato da un dramma che vide a teatro a New York nel marzo 1900, messo in scena da David Belasco. La tragedia in un atto era tratta da un racconto dell’americano John Luther Long che aveva raccolto in una piccola storia i racconti della sorella tornata da un soggiorno in Giappone ed apparso, nel 1898 con il titolo di Madam Butterfly. L’allestimento scenico di questa edizione è affidato all’artista giapponese Mariko Mori, è stato evento speciale della 55. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale. La regia è di Àlex Rigola, direttore della Biennale Teatro dal 2010 al 2016, ripresa da Cecilia Ligorio.
Il trovatore di Giuseppe Verdi debuttò a Roma nel 1853 e viene considerata la terza opera della trilogia “popolare” accanto a Rigoletto e Traviata. L’edizione che troviamo alla Fenice dall’11 al 23 settembre è diretta da Francesco Ivan Ciampa, regia di Lorenzo Mariani con scene e costumi di William Orlandi. Il libretto fu tratto dal dramma El Trobador di Antonio García Gutiérrez e fu lo stesso Verdi ad avere l’idea di ricavare un’opera dal dramma dell’autore spagnolo, commissionando a Salvatore Cammarano la riduzione librettistica. Il poeta napoletano morì improvvisamente nel 1852, e la stesura finale venne fatta dallo stesso Verdi con Leone Emanuele Bardare. Il trovatore è un dramma in quattro atti e otto quadri, ambientato in Spagna al principio del secolo XV, che racconta con un bel canto espressivo fiammeggianti passioni come l’amore, la gelosia, la vendetta, l’odio e la lussuria. Manrico e il Conte di Luna, innamorati di Leonora, nel dramma si fronteggiano fino alla morte come nemici, senza sapere di essere fratelli. La vicenda è piuttosto intricata e confusa, ma il miracolo della musica magistrale di Verdi e la poesia del libretto trasformano l’opera in un capolavoro assoluto.