L’umanità di un uomo

Torna in Orizzonti Kei Ishikawa con A Man
di Marisa Santin
  • giovedì, 1 settembre 2022

Regista, produttore e sceneggiatore nato a Toyohashi in Giappone, Kei Ishikawa (1977) torna a Venezia in concorso ad Orizzonti con A Man, dopo aver debuttato nella stessa sezione nel 2016 con Gukoroku: Traces of Sin.

Il tema del rapporto genitori/figli sembra percorre il festival di quest’anno. In A Man sono molto toccanti e poetiche le scene in cui Rie spiega al figlio la verità sul padre, un padre adottivo che per il ragazzo è diventato più importante del padre biologico, completamente assente. Che tipo di visione sulla genitorialità ci trasmette A Man?
L’uomo, noto solo come X, soffre l’avere un legame di sangue con suo padre, ma non con il figlio, che pure lo ama profondamente. Sembra a me che l’idea che le famiglie non siano unite solo da legami di sangue sia molto importante in un mondo sempre più vario, il che è anche un tema frequente in Kore-eda.

Amore e odio: è solo una questione di istinto? Possiamo amare una persona pur detestando di lei alcuni aspetti?
Si dice spesso che amore e odio siano due facce della stessa medaglia, e che possano essere invertite con estrema facilità. Io però preferisco pensare che anche se detestiamo un aspetto di una persona è comunque possibile adorarne un altro.

UN UOMO

Qualche tempo dopo essersi separata dal marito, Rie assieme a suo figlio incontra la felicità sposando Daisuke con cui costruisce una nuova famiglia, ma l’uomo viene a mancare a causa di un tragico incidente. La morte del marito rivela dei dettagli inediti e sconvolgenti pe...

LEGGI

Come nel precedente Gukoroku (Orizzonti 2016) un caso viene indagato e risolto non dalla giustizia ufficiale ma da una persona che svolge un’altra professione (un giornalista in Gukoroku e un avvocato in A Man). La fredda giustizia – e quindi il giudizio morale – sembrano temperati dall’umanità dei protagonisti. Il suo film è anche una riflessione sul sistema giudiziario? In particolare è anche una denuncia contro la pena di morte?
Devo dire che nessuno dei miei due film presenta denunce sociali, ma è anche vero che alcuni giudizi legali su cosa è giusto e cosa è sbagliato possono risultare incredibilmente disumani. Credo che quando tentiamo di capire qualcuno, le vicende legali possano annebbiare il nostro giudizio. Se davvero vuoi capirlo, tutto ciò che ti serve è la tua umanità. Spero che anche il mio pubblico faccia lo stesso.

Anche in questo film il protagonista è interpretato dall’attore Satoshi Tsumabuki. Molto intense anche le interpretazioni di Sakura Ando (nel ruolo di Rie) e Masataka Kubota (il ruolo che interpreta lo scoprirà lo spettatore). Ci parli del cast…
Tsumabuki-san è, per me, come il primo colore che metto su tela quando faccio un film. Comincia tutto con lui. La recitazione di Ando-san in Shoplifters (2018) ha lasciato il segno in tutti noi e lei e senza dubbio la migliore attrice giapponese, oserei dire del mondo, oggi. Kubota-san è molto telegenico e fa proprio caso a sé, è uno degli attori giapponesi che più vorrei veder lavorare all’estero. Ad ogni modo, secondo me ci sono tanti ottimi attori in Giappone che sono colpevolmente poco conosciuti nel mondo. Questo film potrebbe essere un’ottima vetrina per loro.

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