Da Marco Polo ai giorni nostri, la sete di nuovi spazi, mossa dall’ardente curiosità di scoprire i misteri dell’universo, ha spinto gli scrittori a partire, se possibile verso l’ignoto. Oggi, che cosa ci resta ancora da scoprire?

Provano a rispondere al quesito Sylvain Tesson e Olivier Weber, in conversazione con Patrick Vallélian.

Incontro in francese, traduzione simultanea in italiano.

Sylvain Tesson (Parigi, 1972) è scrittore, giornalista e viaggiatore. Dopo aver girato il mondo in bicicletta, ha sviluppato una passione per l’Asia centrale, dove si è recato regolarmente dal 1997. Come autore, ha esordito nel 2004 con il diario di viaggio L’Axe du loup. Nel 2009 ha pubblicato Une vie à coucher dehors con Gallimard. Il 2011 ha visto il grande successo di Dans les forêts de Sibérie (2012), che ha vinto il Premio Médicis 2011. Con lo stesso editore ha pubblicato anche la raccolta di racconti S’abandonner à vivre (2015), Berezina. En side-car avec Napoléon (2016), Sur les chemins noirs (2018), La panthère des neiges (2020), trasformato in un film documentario nel 2021, Blanc (2023) e Avec les fées (2024).

Olivier Weber (Montluçon, 1958), scrittore di viaggio, grande reporter e vincitore del Premio Albert Londres, del Prix de l’Aventure e del Premio Joseph Kessel, è autore di Le faucon afghan, La Bataille des anges, Le Barbaresque, L’Enchantement du monde e Frontières (pubblicati da Paulsen). Corrispondente di guerra di lungo corso per la stampa francese e britannica, poi ambasciatore di Francia per cinque anni, ha frequentato una quindicina di movimenti di guerriglia e coperto una ventina di conflitti, dall’Eritrea all’Afghanistan, dal Sahara all’Iraq. I suoi romanzi e diari di viaggio sono stati tradotti in una dozzina di lingue.