La leggenda degli Orazi e i Curiazi narra uno dei più antichi miti della storia di Roma, il duello tra i campioni di due città tra loro in guerra, Roma e Albalonga, per risolvere la sanguinosa rivalità. Si tratta di una storia particolarmente cara al compositore e Leone d’Oro Giorgio Battistelli, nato nel 1953 proprio ad Albano Laziale, nelle zone in cui questo combattimento sarebbe avvenuto, quindi molto probabilmente entrato in contatto presto con questo mito e con la sua narrazione. Non è quindi un caso che il compositore laziale abbia dedicato a questa leggenda un suo lavoro, Orazi e Curiazi, della durata di 13’ ed eseguito per la prima volta da Antonio Caggiano e Gianluca Ruggeri di Ars Ludi alla Beijing Concert Hall di Pechino il 24 ottobre 1996.
Lavoro che il prossimo 18 settembre rivivrà alle Tese dei Soppalchi ancora grazie ad Ars Ludi, che rinnovano l’interazione proprio in Biennale con Giorgio Battistelli, compositore che qui a Venezia ha lasciato in diverse vesti una sua profonda traccia. Suoni reali e immaginari scandiscono il ritmo incalzante della narrazione, dando concretezza ad una drammaturgia che mescola sapientemente storia e creatività, mito e fantasia compositiva. Intreccio completamente differente è invece alla base di Dressur di Mauricio Kagel, sempre affidata ad Ars Ludi, con i tre percussionisti coinvolti in un botta e risposta musicale solo apparentemente improvvisato, ma in realtà pianificato in ogni singolo, percettibile dettaglio. Un lavoro che Kagel (1931-2008), creatore del “teatro strumentale”, ha tinto di Surrealismo grazie al riferimento circense e stravolgendo lo spazio concertistico sul piano culturale, con una partitura datata 1977 che permette al pubblico di apprezzare la musica sul piano multisensoriale, in un atto di protesta pacifica contro la sua fredda e asettica riproduzione meccanica.