Apparentemente antitetiche, la mostra in corso a M9 documenta l’esplosione della rivoluzione astratta, l’altra, appena inaugurata, offre un viaggio nel segno inciso, frutto di riflessione e sintesi, in realtà entrambe assolutamente identitarie, facce di una stessa medaglia: la modernità indiscussa di Emilio Vedova. In particolare, la nuova mostra Tempo Inciso, articolata nelle due sedi della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, al Magazzino del Sale e allo Spazio Vedova sulle Zattere, offre di entrare nell’archivio e nella testa stessa del Maestro veneziano per indagare a partire dagli anni Sessanta la decisiva centralità delle tecniche tipografiche quali dall’incisione alla serigrafia, dalla litografia al collage nel suo lavoro.
La mostra è stata curata con grande passione e attenzione da Fabrizio Gazzarri, collaboratore per decenni di Emilio Vedova (e già Direttore Archivio e Collezione della Fondazione), improvvisamente scomparso a inizio luglio 2023.
La grafica ha sempre affascinato Vedova nei vari momenti salienti del suo percorso, dall’inizio alla fine, come testimoniato dalla ampia selezione di opere del Maestro: dalle litografie degli anni Sessanta fino alle ultime incisioni e serigrafie degli anni Novanta e Duemila, accompagnate dai lavori su tre dimensioni (le “litoplurime” e “seriplurime” degli anni Settanta), dove la scelta della stampa bifacciale si collega idealmente alla complessità dei Plurimi del decennio precedente.
Al Magazzino del Sale la machina robotica ideata da Renzo Piano offre la visione di vari cicli di grafiche tra incisioni, litografie, serigrafie e vetrografie, proposte a diverse fasce orarie, offrendo continue prospettive diverse di visita.
Nel cosiddetto Spazio Vedova, vicino al Magazzino del Sale (sempre alle Zattere), si entra invece in una preziosa ambientazione video sul mondo della grafica vedoviana realizzata da Tomaso Pessina di Twin Studio, in cui sono utilizzati anche filmati d’epoca.
