Architetture sullo schermo

Adaptations, il Venice Architecture Film Festival racconta l'ambiente abitato
di Davide Carbone

La rassegna presenta 20 cortometraggi e 5 lungometraggi che esplorano questioni rilevanti per l’architettura e le implicazioni dello sviluppo urbano sulle nostre società.

Il Venice Architecture Film Festival arriva al Multisala Rossini dal 13 al 15 novembre, ideato e curato dall’Associazione Culturale ArchiTuned. Il proposito da cui nasce e si è sviluppato negli anni rimane immutato: investigare questioni rilevanti per l’architettura e esplorarne le implicazioni antropologiche e sociali sulla nostra società. Adaptations il titolo scelto per l’edizione 2024, che raccoglie e racconta al grande pubblico e agli esperti nel campo dell’architettura e della pianificazione urbana le esperienze di realtà diverse, offrendo un’ampia panoramica e uno spaccato di vita reale dei più diversi contesti culturali, sviluppi sociali e dinamiche negli ambienti abitati. I cambiamenti climatici, i mutamenti geopolitici, le nuove tecnologie dell’informazione e dell’edilizia rendono cruciale l’adattamento dei nostri stili di vita, delle nostre città, dei nostri sistemi logistici, dei nostri edifici per darci la possibilità di vivere come comunità oggi e in futuro. La carenza di energia, la scarsità d’acqua, l’esaurimento delle risorse naturali, l’aumento della popolazione globale e il continuo incremento delle persone che vivono nelle aree urbane sono tutti fenomeni che richiederanno ai nostri luoghi di adattarsi alle nuove esigenze, sia naturali che sociali. L’adattamento a tutti questi cambiamenti richiede la collaborazione tra governi, comunità e individui. Richiede investimenti in ricerca e sviluppo, insieme a politiche lungimiranti in grado di creare luoghi sostenibili oggi e adattabili alle nuove esigenze domani. Si sfidano tra loro 20 cortometraggi e fino a 5 lungometraggi, sottoposti all’esame della giuria composta dal produttore di Kublai Film Marco Caberlotto, dagli accademici di architettura Andrew Leach, Laura Negrini e Luka Skansi e dalla videoartista Silvia Pellizzeri. Al centro delle storie, tanti presenti poco conosciuti e tantissimi futuri possibili, passando da 414 di Serena Wen e Zhen Yu Hue a Beyond the White Cube di Giulia Magno, End of Season di Leonor Martín o Les Matérialistes di Jonathan Lapalme & Meggan Collins. L’umanità, che ha sempre avuto la capacità di reinventarsi, rivoluzionando i modelli precedenti e plasmando la natura a nuove esigneze, sarà capace di ridisegnare nuovi modelli di vita sostenibile?

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