Gli Incredibili

Ai fiamminghi FC Bergman il Leone d’Argento di Biennale Teatro 2023
di Chiara Sciascia

ricci/forte premiano una tra le formazioni più innovative del panorama europeo, che con il proprio linguaggio sfida lo spazio teatrale e il pubblico stesso verso una visione artistica audace e provocatoria.

Instancabili rabdomanti dell’eccellenza contemporanea, i direttori ricci/forte non potevano perdere l’occasione di presentare nel loro “vibrante e ipnotico laboratorio di creazione scenica” un prodigio quale la compagnia fiamminga FC Bergman, tra le formazioni più innovative e originali del panorama europeo, che con il proprio linguaggio sfida lo spazio teatrale e il pubblico stesso ad abbandonare convenzioni e aspettative per abbracciare una visione artistica audace e provocatoria. Il collettivo, costituito nel 2008 dagli attori/registi/artisti Stef Aerts, Joé Agemans, Bart Hollanders, Matteo Simoni, Thomas Verstraeten e Marie Vinck, è noto per non porsi limiti, o meglio, per infrangerli tutti. Che si tratti di trasportare il palco in un salone costruito tra quinte di navi svettanti nel porto di Anversa (Terminator Trilogy), di trasformare la platea in una piscina di marmo (About Reynard the Fox), di edificare una torre di 4 piani con 25 stanze e ascensore (J.R.), di prolungare la scena oltre un’enorme parete trasparente in una foresta di felci (Van der Vos), o di immergere pubblico e attori in un villaggio nel mezzo del bosco (300el x 50el x 30el), FC Bergman crea sempre veri e propri mondi, servendosi di architetture immaginifiche e fuori misura.
«Con le loro creazioni – scrivono Stefano Ricci e Gianni Forte nella motivazione – gli artisti fiamminghi FC Bergman, ispirandosi al cinema, alla letteratura e alla storia dell’arte, amalgamando un’estetica pittorica e l’uso di una tecnologia molto avanzata con i grandi racconti allegorici-medievali-biblici, plasmano un originale linguaggio di teatro-danza site-specific, poetico e al tempo stesso irriverente, che rilascia una sensazione di sconcertante disagio nello spettatore. Utilizzando riferimenti, simboli e immagini profondamente radicati nella cultura e civiltà occidentale, sfuggendo alla dittatura del punto di fuga dei teatri all’italiana con prospettive organizzate in vorticosi tableaux vivants e riservandosi un margine d’imprevedibilità e improvvisazione, gli FC Bergman flirtano con i limiti del fattibile, creando delle apocalittiche favole moderne, spesso senza parole ma di sorprendente forza plastica e potere evocativo, focalizzandosi così sull’Uomo – combattuto tra il desiderio esistenziale di trascendere i propri perimetri e la paura di un cambiamento – seguendolo nelle sue commoventi odissee che si metamorfizzano poi in tragicomiche disavventure».
Per la prima volta alla Biennale Teatro, FC Bergman presenta uno dei suoi spettacoli più celebri, offrendo al pubblico un’esperienza immersiva unica con la prima nazionale di Het Land Nod (La Terra di Nod). Il teatro esce dal teatro per andare a ricostruire, in un immenso hangar nella zona industriale di Marghera, la copia esatta e in scala reale dell’imponente Sala Rubens del Museo di Belle Arti di Anversa. Uno spettacolo privo di parole, dall’impatto visivo grandioso in cui lasciarsi trascinare senza remora alcuna dalla poesia delle immagini e dall’energia delle acrobazie.

 

Immagine in evidenza: Het Land Nod © Kurt Van der Elst

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