La bellezza dell’incerto

In Between Art Film, visione corale su zone d’ombra
di Mariachiara Marzari

Ispirata all’atmosfera rarefatta di Venezia e all’architettura ibrida del Complesso dell’Ospedaletto e della Chiesa di Santa Maria dei Derelitti, Penumbra è la mostra manifesto che la Fondazione In Between Art Film, l’istituzione fondata e presieduta da Beatrice Bulgari, ha deciso di presentare al pubblico internazionale della Biennale Arte, un progetto molto articolato e siamo sicuri, uno dei più sorprendenti e attesi di questa nuova stagione.

Curata da Alessandro Rabottini e Leonardo Bigazzi, rispettivamente direttore artistico e curatore della Fondazione, mette in scena una riflessione sulle immagini in movimento come spazio di trasformazione materiale e metaforica e sulle condizioni necessarie alla loro visione, ovvero una quasi totale assenza di luminosità. A partire dall’interpretazione fisica del concetto di “semi-oscurità”, la mostra ne estende il significato alle molte zone d’ombra, di incertezza e di trasformazione che costellano il nostro presente. Attraverso sensibilità artistiche e linguaggi tra loro differenti, otto nuove video installazioni, tutte prodotte dalla Fondazione In Between Art Film, affrontano temi urgenti della contemporaneità, proponendo una visione corale sulle zone d’ombra dei concetti di vulnerabilità e immunità, memoria e storia, verità e finzione all’interno del panorama delle attuali trasformazioni globali.

In particolare, Plateau (2021) di Karimah Ashadu ritrae un gruppo di minatori di stagno clandestini nella regione nigeriana dell’altopiano di Jos, esplorando le ripercussioni e i rischi di questa attività nel contesto della fine disastrosa del regime coloniale britannico. Boca Livre (2022) di Jonathas De Andrade si confronta con un gruppo di persone senza dimora riunite per un pranzo domenicale, mentre si interroga su quanto l’arte possa essere uno strumento politico di narrazione speculativa. Girato a Kabul subito dopo la recente invasione dei talebani, Takbir (2022) di Aziz Hazara osserva la dimensione notturna come uno spazio denso da cui fuggire o in cui rifugiarsi. Ambientato a Berlino durante la pandemia, House of Nations (2022) di He Xiangyu è il ritratto intimo di uno studente di origini cinesi mentre è alle prese con le sue aspirazioni e le sue incertezze esistenziali. Pantelleria (2022) di Masbedo si misura con l’eredità storica e mitologica dell’operazione Corkscrew durante la Seconda Guerra mondiale attraverso un processo partecipativo di riscoperta che coinvolge la comunità dell’omonima isola. Untitled (2022) di James Richards unisce filmati di sistemi fognari e apparati digerenti per osservare più da vicino le dimensioni private e pubbliche del contagio, dell’igiene e della decomposizione. Aphotic Zone (2022) di Emilija Škarnulytė intreccia gli orrori della distruzione ecologica e del colonialismo in una sottile meditazione sulla sopravvivenza alle devastazioni dell’avidità umana. Infine, É Noite na América (2021) di Ana Vaz è un ritratto meditativo che osserva le numerose specie che sono state. Lo spazio-tempo tra un film e l’altro è occupato da tenebre, squarci di luce, frammenti di strutture che fanno crollare le distinzioni tra passato, presente e futuro. Penumbra è un viaggio immanente attraverso un’architettura dormiente, che galleggia nel flusso inconscio dei sogni.

Penumbra
20 aprile-27 novembre
Complesso dell’Ospedaletto, Barbaria de le Tole, Castello 6691
inbetweenartfilm.com

Intervista a Beatrice Bulgari, Fondazione In Between Art Film

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