Seduzione visiva

Sette immagini al femminile nella mostra di Palazzo Grassi
di Marisa Santin

Articolata in decenni, dagli anni ‘10 agli anni ‘70, Chronorama è un viaggio attraverso oltre 400 illustrazioni e fotografie che restituiscono la sensibilità estetica – e non solo – di un’epoca attraversata da profonde trasformazioni.

Nei primi anni del XX secolo la fotografia è ancora considerata un’arte minore, ma inizia a prendere terreno e a sostituire le illustrazioni delle migliori riviste patinate. Il percorso di Chronorama restituisce appieno questa trasformazione ponendola in parallelo alla storia delle edizioni Condé Nast, di cui Pinault Collection ha recentemente acquisito parte degli archivi. Articolata in decenni, dagli anni ‘10 agli anni ‘70, la mostra è un viaggio attraverso oltre 400 illustrazioni e fotografie, apparse in riviste quali «Vogue», «Vanity Fair» e «The New Yorker», che restituiscono la sensibilità estetica di un’epoca attraversata da profonde trasformazioni. I cambiamenti di gusto riguardano ambiti quali l’abbigliamento, l’architettura e l’arredamento, ma le immagini esposte a Palazzo Grassi rendono evidente anche un’evoluzione nella rappresentazione della donna, che proviamo qui a ricostruire in sintesi attraverso 7 immagini, una per ogni decennio.

Nel 1908 l’editore e uomo d’affari Condé Montrose Nast rileva e rilancia a New York la rivista «Vogue», trasformandola in una pubblicazione rivolta a una clientela d’élite; otto anni più tardi è pronto a guardare oltreoceano in vista dell’apertura delle prime redazioni europee a Londra e a Parigi. La copertina del numero di giugno 1916 è affidata all’illustratrice Helen Dryden e alla sua Donna in piedi in una gondola, una donna capace di condurre di persona un’imbarcazione e che probabilmente sta visitando Venezia da sola.

Negli anni ‘20 New York è all’apice dello splendore e Parigi si attesta quale centro nevralgico delle avanguardie artistiche. La fine della Guerra e del periodo di recessione sprigiona un’energia che si tramuta in fermento creativo. Nel 1927 George Hoyningen-Huene immortala Joséphine Baker, artista, performer, musa delle avanguardie nonché esponente della resistenza francese, fervente ambasciatrice della lotta contro il razzismo e sostenitrice del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti.

Mentre la crisi finanziaria del ‘29 e le prime avvisaglie della Seconda Guerra mondiale mitigano la folle esuberanza dei Roaring Twenties, le pubblicazioni Condé Nast rendono ancora più esplicita l’aspirazione al lusso, alla mondanità e alla leggerezza. Tenniste in un campo su una terrazza contro lo skyline di Manhattan (1931), della fotografa documentarista Margaret Bourke-White, evoca perfettamente il trionfo della società del tempo libero.

Ma l’avvento del nazismo e lo scoppio della Seconda Guerra mondiale cambiano ogni cosa. Durante una missione in Bretagna come reporter di guerra, la fotografa americana Lee Miller cattura l’Interrogatorio di una donna francese con il capo rasato perché accusata di aver fraternizzato con i tedeschi (1944).

Gli Stati Uniti escono dalla guerra come superpotenza vincitrice e chiedono al mondo di conformarsi ai propri standard. È l’“età d’oro della moda” e nel 1953 Robert Doisneau fotografa Coco Chanel che scende le iconiche scale della sua maison a Parigi. Le modelle si impongono sempre più nell’immaginario collettivo fino a essere accolte come dive. È il caso di Twiggy, icona della Swinging London, e di Veruschka, pioniera del body painting, immortalata nel 1967 “testa a testa con un ghepardo” da Franco Rubatelli.

Infine, è Helmut Newton il protagonista degli anni ‘70, un decennio che farà dell’erotismo un aspetto essenziale del fascino esercitato dalla moda e dalla bellezza. Nel suo scatto Lisa Taylor, Saint Tropez (1975) un uomo anonimo diventa oggetto di desiderio di una donna forte, indipendente e sensuale, rovesciando il codice della donna-oggetto.

 

Immagine in evidenza: Franco Rubatelli, Veruschka e giaguaro, 1967

Tesori fotografici del 20° secolo

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