“ …acciò resti facilitata la navigazione”

Il successo del Salone Nautico di Venezia tra storia, arte, tradizione e innovazione tecnologica
di Camillo Tonini

Più di mille metri lineari di pontili galleggianti, predisposti per l’occasione, hanno fornito l’ormeggio a yacht, imbarcazioni a motore e a vela, per l’interesse di un pubblico internazionale accorso in Arsenale.

La Repubblica di Venezia, tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, poco prima di essere costretta dai nuovi assetti politici europei ad affidare la sicurezza dello Stato ai soli strumenti della diplomazia, diede ordine agli ufficiali della propria flotta di esplorare, scandagliare, visitare e descrivere le terre costiere e le isole con le acque che le contornano che dall’Adriatico confluiscono nello Ionio e poi si immettono nell’Egeo e nel Mediterraneo, fino a Candia, a Cipro e alle coste settentrionali dell’Asia Minore. Gasparo Tentivo era uno di questi uomini, navigatore esperto e attento osservatore della realtà geografica. Nei primi anni ottanta del secolo XVIII, ebbe l’incarico di compiere una vera e propria campagna idrografica nei mari tra Adriatico, Ionio ed Egeo, al comando della nave pubblica di secondo rango Fama Volante, impegnata in operazioni di intelligence al servizio della Serenissima. Fu in questa occasione che Tentivo nell’autunno del 1683, nell’imminenza della guerra di Morea condotta da Francesco Morosini, appuntò le prime note e disegnò le mappe per il suo Il Nautico ricercato dal mare Jonio et Arcipelago, una sorta di moderno portolano con la descrizione delle coste continentali e delle isole, con i piani dei porti, l’indicazione dei ridossi e dei sicuri ancoraggi, delle profondità delle acque, delle secche pericolose e degli scogli, della natura del fondo marino e della possibilità di rifornimenti d’acqua, cibo e legname nell’entroterra. Questo manoscritto fu il primo di una fortunata serie di questi portolani che sembravano non poter mancare dalle plance di comando della flotta veneziana e dalle biblioteche delle più nobili famiglie ancor dedite alla marineria, con numerose tavole disegnate ad inchiostro ed acquerellate con segni convenzionali, che, intercalate ai testi, completavano le informazioni nautiche. Questi manoscritti non furono mai dati alle stampe, perché le loro informazioni dettagliate erano ritenute veri e propri segreti militari “acciò resti facilitata la navigazione” – come si legge in premessa di ogni portolano – riservati al solo vantaggio della marineria veneziana. Ad oggi se ne è rintracciata una dozzina di copie, otto delle quali a Venezia tra le biblioteche del Museo Correr, della Fondazione Querini Stampalia e del Museo Navale, mentre altri esemplari sono conservati all’estero in altre prestigiose istituzioni culturali.

Il richiamo al passato non è stato trascurato nemmeno in quest’ultima edizione del Salone Nautico, nato cinque anni fa all’insegna dello slogan L’Arte nautica torna a Venezia che si è tenuto tra il 29 maggio e il 2 giugno nella straordinaria fascinosa cornice dell’Arsenale, confermando il successo dell’iniziativa. I luoghi di quella che è stata la più grande fabbrica navale del mondo, in parte presidiati dalla Marina Militare e nella zona dell’Arsenale Nuovissimo assegnati ad aziende primarie nella ricerca marittima, hanno ospitato duecentosettanta espositori, dei quali duecentosedici nazionali, con le più innovative proposte tecnologiche per la nautica da diporto e per quella professionale di sicurezza e di supporto a questo importante settore produttivo, ma anche dando spazio alle ancora salde tradizioni della cantieristica artigianale. Nel grande bacino, più di mille metri lineari di pontili galleggianti, predisposti per l’occasione, hanno fornito l’ormeggio a yacht, imbarcazioni a motore e a vela, per l’interesse di un pubblico internazionale disposto ad acquisti sostanziosi ma anche, più modestamente, per quanti hanno voluto cullare con il piacere della visita personali, immaginifici sogni di futuro armatore.
Convegni, eventi, visite particolari alle strutture edilizie e al sommergibile “Dandolo”, dimostrazioni delle attività e abilità delle Istituzioni militari d’Arme e delle tante Associazioni di volontariato legate al mondo della nautica hanno accompagnato i cinque giorni di esposizione, come pure gradite e ben inserite sono state la istallazioni di opere di artisti contemporanei che si sono accompagnate alle Mani di Lorenzo Quinn che sovrastano il più piccolo dei bacini di carenaggio. Un tuffo nel recente passato anche la mostra di Carlo Borlenghi con foto del Moro di Venezia e l’esposizione delle delicate visioni pittoriche di Toni Fontanella con la laguna veneziana senza traffico e moto ondoso, incontaminata e silenziosa. A segnalare il Salone e l’impegno per la sua realizzazione della Marina Militare, ormeggiate alla Riva dei Sette Martiri la nave Sirio e il pattugliatore d’altura Francesco Morosini, la più recente unità navale della flotta militare italiana varata nel 2022 dai cantieri di Muggiano della Fincantieri.

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