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79. Mostra: Leone d'Oro a Paul Schrader, cinema di eroi dimenticati
di Andrea Zennaro

Alla 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia Schrader verrà insignito del Leone D’Oro alla carriera come massimo omaggio al suo straordinario lavoro di sceneggiatore e regista.

Alla base del racconto filmico, che porta alla realizzazione di un prodotto cinematografico originale e vincente, si trova un grande lavoro di ricerca e sperimentazione che, nelle opere di Paul Schrader, è già una raffinatissima forma d’arte. Il viaggio dell’eroe e l’arco di trasformazione del personaggio, per citare due importanti saggi sulla costruzione drammaturgica, nella pagina di Schrader vengono destrutturati e a volte ribaltati in modi innovati ed imprevedibili con una scrittura all’avanguardia.

Autore che, sia nelle sceneggiature scritte per altri grandi registi, sia in quelle poi da lui stesso portate sul grande schermo, mantiene una rigorosa forma, radicata su componenti tragiche, ancestrali, insite nel profondo dell’animo umano. Il peccato, il senso di colpa, l’espiazione che deve passare attraverso una discesa agli inferi, l’autodistruzione fisica e mentale che porta poi ad una rinascita, sono tutti elementi che permeano la poetica di Schrader. Ci vengono narrate storie di persone emarginate, messe all’angolo dalla società che trovano una forma di riscatto attraverso un calvario che dilania il fisico e che funge come una sorta di purificazione biblica: ricordi di un’infanzia vissuta dall’autore in un ambiente rigorosamente calvinista ed opprimente.

È con la sceneggiatura di Taxi Driver (1976), scritta ispirandosi ad un fatto realmente accaduto, che entra a far parte del movimento cinematografico della New Hollywood, ricevendo ottimi riscontri critici e di pubblico. A livello registico riscuote molto successo con American gigolò (1980), film all’apparenza patinato e commerciale, ma in realtà specchio di una società corrotta sino al midollo, ma già con Hardcore (1979), sua precedente regia, dimostra di essere un autore completo e singolare. Il suo tocco stilistico lo si trova nell’hitchcockiano film di Brian De Palma Obsession – Complesso di colpa del 1976 e in tutte le sceneggiature scritte per Martin Scorsese.

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