Abner Preis

di Riccardo Triolo
  • giovedì, 8 settembre 2022

COLORE
Nel cinema il colore, si sa, è portatore di valore drammaturgico.
Lo diceva Ėjzenštejn, che opponeva all’uso naturalistico del colore una maggiore libertà espressiva, prendendo a modello artisti come Kandinskij e Van Gogh, che hanno basato la loro ricerca personale proprio sul colore. Gli anni Trenta nel cinema segnarono il debutto del colore impresso su pellicola, non più come sperimentazione in post-produzione, tentata fin dagli albori della settima arte. Da allora il colore permea le immagini in movimento, conferendo al racconto un movimento emozionale inedito, sospeso tra realismo e valore espressivo-pittorico.
In The Miracle Basket, esperienza narrativa in VR dell’olandese Abner Preis, a colpire è proprio l’uso del colore. Nella computer grafica il colore è necessariamente pittorico, studiato e trasferito sulle forme e sui volumi creati artificialmente. A volte la scelta estetica cede al naturalismo, vale a dire a una resa realistica del colore in favore di un’immersione quanto più verosimile possibile nella realtà ricreata, altre – come in questo e in molti altri casi – si cerca piuttosto un valore tutt’altro che naturalistico. Per ragioni tecniche o di scelta espressiva (poco importa quando le scelte economiche determinano uno stile coerente e riconoscibile, come fu per i cosiddetti b-movies, fucina di idee rivoluzionarie), il colore può conferire al mondo creato in realtà virtuale un’impronta emozionale pensata, voluta, dipinta ad arte per ottenere una temperatura emotiva funzionale alla resa espressiva del pezzo.
Preis, qui a confronto con un tema cruciale per il nostro futuro come il rispetto dell’ambiente (tema ricorrente nei progetti immersivi), usa lo stile visivo e in particolare il colore in chiave ironica e pop. La scelta dunque, riscontrabile peraltro in altri suoi lavori, tutti accomunati dall’intenzione di suscitare empatia e buonumore anche e soprattutto a contatto con tematiche drammatiche, appare perfettamente coerente tanto con la poetica dell’artista, quanto all’interno dell’opera stessa. Il che significa che l’eredità delle arti visive e del cinema, quando incrocia nuove possibilità espressive in mezzi affini per presupposti e sviluppo, ci offre chiavi di lettura interessanti per il futuro del racconto per immagini tutto. Ragione in più per continuare a guardare e contaminare universi linguistici ed espressivi solo apparentemente distanti.

THE MIRACLE BASKET
FUORI CONCORSO
di Abner Preis
(Paesi Bassi, 14’)

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