Isola Edipo è dal 2017 lo spazio più vivace ed innovativo del Festival, la sua anima off, social e green. Al timone e alla direzione artistica, Silvia Jop ci parla delle molte novità di questa edizione 2023.
Il Premio Inclusione e Sostenibilità Edipo Re, riconoscimento collaterale della Mostra del Cinema di Venezia, è promosso da Edipo Re Impresa Sociale di Sibylle Righetti e Enrico Vianello, sotto la direzione artistica di Silvia Jop – che abbiamo intervistato qui di seguito –, in collaborazione con MYmovies e Università Ca’ Foscari, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Padova e di ResInt.
Tutto nasce dalla storica barca a vela Edipo Re, imbarcazione frequentata spesso da Pier Paolo Pasolini e Maria Callas durante le riprese dell’omonimo film, divenuta dal 2017 lo spazio più vivace ed innovativo della Mostra del Cinema, la sua anima off, social e green che ha conquistato definitivamente i cinéphile. Un’‘isola’ fortemente connotata anche dalla qualità e dalla ricerca di un’offerta enogastronomica a km etico. Scegliere di essere partner di Isola Edipo, che in pochi anni è divenuta punto di riferimento imprescindibile del Festival, è stato quindi per noi di Venews Daily un passaggio inevitabile e convintamente voluto. Seguiremo giorno per giorno un cartellone di eventi non stop ed estremamente vari, quest’anno dal titolo Radici, che include proiezioni, premi, approfondimenti monografici, presentazioni, live show, incontri, musica dal vivo e molto altro.
“Inclusività” e “sostenibilità” sono nozioni dalle mille sfaccettature. Come il Premio Edipo Re ha saputo in queste sei edizioni connotare di significato questi due concetti?
Negli anni abbiamo cercato di fornire a questi termini, del cui utilizzo oggi si abusa con irritante retorica, una consistenza e un orientamento concreti. A partire dal termine “inclusione”, a cui abbiamo cercato di restituire una valenza di reciprocità anziché di unidirezionalità. Ora stiamo facendo lo stesso con il termine “sostenibilità”, allargandone i confini: da una visione strettamente legata al rapporto con il mondo naturale a una visione più ampia che definisce “sostenibile” un approccio complessivo alla realtà, concentrandosi, quindi, sulla natura stessa del modo con cui dovremmo rapportarci con le persone, con i luoghi, con noi stessi e noi stesse.
Parallelamente a questo, ho sempre cercato di connettere questa prospettiva con una tipologia di selezione che non si sentisse vincolata a un significato da ricercare in termini didascalici. Ho sempre proposto alle giurie che si sono susseguite negli anni dei film che non necessariamente avessero una connessione diretta e oggettiva con questi temi, ma che vivessero piuttosto una tensione verso di essi di natura più creativa e di linguaggio. Questo ha fatto sì che il Premio venisse attribuito nel corso del tempo a film molto diversi tra loro: da Still Recording di Ghiath Ayoub e Saeed Al Batal a Saint Omer di Alice Diop, passando per The Man Who Sold His Skin di Kaouther Ben Hania e Corpus Christi di Jan Komasa, accompagnati da una doppietta di opere che apparentemente non avrebbero elementi in comune, ma che in realtà ne hanno di profondissimi, come Al Garib di Ameer Fakher Eldin e Vera sogna il mare di Kaltrina Krasniqi.
Il percorso intrapreso dal Premio è stato condiviso di edizione in edizione con personalità del mondo del cinema e della cultura dall’estrazione la più varia. Chi sono i giurati dell’edizione 2023 e quali le ragioni di queste scelte?
L’intenzione è sempre quella di intrecciare tra loro sguardi di persone che provengono dal mondo dell’arte e della cultura, spesso mescolando le competenze, altre volte invece affiancando persone con competenze professionali simili ma esercitate in modo completamente differente.
Quest’anno la giuria è composta da Alberto Malanchino, Caterina Guzzanti e Carlotta Vagnoli.
Alberto Malanchino è un attore in grado parallelamente di riempire lo spazio scenico di un teatro, seguendo sceneggiature di natura politica e sociale, e di vestire i panni di un medico in una delle serie televisive più viste in Italia come Doc. Mi interessava lo sguardo di un giovane uomo capace di tenere assieme due piani tanto distanti, parlando a pubblici molto differenti. Caterina Guzzanti ha una carriera lunga tra tv, cinema e teatro alimentata da un tipo di comicità ormai raro, dove il divertimento passa indispensabilmente dalla capacità di ribaltare il mondo, conoscendo al tempo stesso bene la realtà e i suoi pesi. Penso che una donna con un percorso come il suo abbia una postura che le consente di guardare le cose oltre loro stesse. Carlotta Vagnoli è una scrittrice che, senza perdere un grammo della sua capacità analitica e di lettura della realtà, è riuscita a creare uno spazio di parola e ascolto dedicato soprattutto alle donne, ai loro corpi e alle loro identità, utilizzando, oltre che su carta stampata, la capacità espansiva dei canali digitali e social. Oltre ai libri, attraverso l’uso di piattaforme e strumenti digitali, ha dato prova concreta di come certi mezzi di comunicazione possano effettivamente spostare la realtà. Del suo sguardo mi interessa molto l’approccio avventuriero e anticonvenzionale.
Accanto a loro quest’anno nasce una Giuria Giovani, composta da studenti e studentesse di Ca’ Foscari. Quale l’idea di questa importante apertura?
Il Premio nasce per dare un contributo alla distribuzione di film d’autore in Italia, un percorso, com’è noto, faticosissimo. Se il premio ufficiale mira a un sostegno nella distribuzione dei cinema di tutta Italia, la versione del premio che verrà attribuita dagli studenti di Ca’ Foscari andrà a sostenere la distribuzione del film premiato in un circuito di sale d’Ateneo in diverse città italiane.
Il Premio attraversa tutte le sezioni competitive della Mostra del Cinema – Concorso, Orizzonti, Settimana della Critica e Giornate degli Autori – andando a tracciare un fil rouge che unisce le opere. Quali i 12 film che avete selezionato per l’edizione 2023?
La selezione, tre film per ogni sezione, cerca di dare una panoramica mondiale di linguaggi espressivi, storie e tematiche. Per il Concorso i film scelti sono: Evil Does not Exist (Aku Wa Sonzai Shinai) di Ryusuke Hamaguchi, Io Capitano di Matteo Garrone, Origin di Ava DuVernay.
Per Orizzonti Paradiset Brinner di Mika Gustafson, The Red Suitcase di Fidel Devkota, Yurt (Dormitory) di Nehir Tuna.
Per la Settimana della Critica Life Is not a Competition but I’m Winning di Julia Fuhr Mann, Malqueridas di Tana Gilbert, About Last Year di Dunja Lavecchia, Beatrice Surano, Morena Terranova. Per le Giornate degli Autori Oceans Are the Real Continents di Tommaso Santambrogio, Humanist Vampire Seeking Consenting Suicidal Person di Ariane Louis-Seize e Melk di Stefanie Kolk.
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