Nella testa di un giurato

Premio Inclusione e Sostenibilità Edipo Re, a tu per tu con la giuria
di Mariachiara Marzari
  • venerdì, 8 settembre 2023

Sesta edizione del Premio e una giuria di massima qualità, con gli attori Caterina Guzzanti e Alberto Malanchino e la scrittrice Carlotta Vagnoli. Li abbiamo incontrati alla vigilia del verdetto, in attesa che il vincitore sia svelato.

Solo oggi alle 19 sarà reso noto il vincitore del Premio Inclusione e Sostenibilità Edipo Re, riconoscimento collaterale ufficiale di Biennale Cinema, promosso dall’impresa sociale Edipo Re sotto la direzione artistica di Silvia Jop, in collaborazione con MYmovies e con il patrocinio di Ca’ Foscari, Università degli Studi di Padova e ResInt.
Sesta edizione del premio e una giuria di massima qualità, con gli attori Caterina Guzzanti e Alberto Malanchino e la scrittrice Carlotta Vagnoli. Da quest’anno la Giuria ufficiale è stata accompagnata da una Giuria giovani formata da sette studenti e studentesse di Ca’ Foscari, coordinata dal professore Marco Dalla Gassa, che assegneranno il Premio Edipo Re Giovani.
La selezione di film incrocia diversi linguaggi espressivi, storie e tematiche, attraversando tutte le sezioni del festival, ufficiali e non. Per le Giornate degli Autori la scelta è caduta su Oceans Are the Real Continents di Tommaso Santambrogio, Humanist Vampire Seeking Consenting Suicidal Person di Ariane Louis-Seize e Melk di Stefanie Kolk. Per la Settimana della Critica, su Life Is not a Competition but I’m Winning di Julia Fuhr Mann, Malqueridas di Tana Gilbert, About Last Year di Dunja Lavecchia, Beatrice Surano, Morena Terranova. Per il Concorso, su Evil Does not Exist di Ryusuke Hamaguchi, Io Capitano di Matteo Garrone, Origin di Ava DuVernay. Per Orizzonti, infine, su Paradiset Brinner (Paradise Is Burning) di Mika Gustafson, The Red Suitcase di Fidel Devkota e Yurt (Dormitory) di Nehir Tuna. Abbiamo incontrato la giuria a poche ore dal verdetto.

Raccontateci in sintesi quello che avete ‘visto’ in questi intensissimi 10 giorni di Festival.
Carlotta Vagnoli_Abbiamo visto pellicole che provengono da zone molto diverse tra loro, dal Nepal fino al Sud America, passando per il Giappone. Abbiamo tanta carne al fuoco, sicuramente sguardi differenti, molti giovani. Rispetto all’età media dei registi in Concorso, infatti, la nostra selezione ha incrociato opere più giovani. Si va da esperienze di lutto neonatale a problemi di turistificazione, dal fine vita affrontato in modo molto dolce a tematiche complesse che investono il mondo femminile, vedi, su tutte, il problema delle donne in carcere con i bambini. I temi sono trasversali, alcuni dei quali sicuramente molto tosti. È stato interessante vedere come anche temi simili, molto delicati, siano stati sviluppati in modo diverso da film a film. Il nostro compito è sicuramente arduo anche perché di cose belle ne abbiamo viste parecchie. Ovviamente fra gli italiani Io Capitano di Matteo Garrone, che è riuscito davvero ad incantarci, ma anche il film canadese Humanist Vampire Seeking Consenting Suicidal Person di Ariane Louis-Seize o Evil Does not Exist del giapponese Ryusuke Hamaguchi, o ancora Paradiset Brinner di Mika Gustafson.
Caterina Guzzanti_La selezione è molto larga, comprendendo veramente linguaggi, geografie e temi i più vari. C’è di tutto! Abbiamo amato tantissimo alcuni film, altri meno, ma alla fine siamo molto soddisfatti. Ci siamo fatti delle belle maratone e ora, ad un passo dalla fine, siamo piacevolmente cotti. Isola Edipo ci ha avvolti e coinvolti in una dieci giorni veramente intesa e indimenticabile.

Ora siete chiamati alla fase più difficile ma al contempo intrigante, quella di decidere il vincitore del Premio Edipo Re 2023.
Alberto Malanchino_Sarà interessante il confronto e infine l’accordo tra noi su un titolo capace di soddisfare i gusti di tutti e tre, che possa comprendere le nostre singole esperienze e attitudini. È stata una vera ‘lezione di cinema’ osservare come cambia la visione e la prospettiva di registi e registe rispetto ai temi dell’inclusività e della sostenibilità. Sguardi diversi per latitudini ed esperienze – come ad esempio quelli di un regista giapponese, di un autore canadese o di una cineasta svedese – effettivamente riescono ad affrontare in modo personalissimo temi in linea con le motivazioni del Premio. C’è chi, dal mio punto di vista, ci è riuscito con molta più efficacia; non si tratta di un discorso meramente economico, di budget, anche se quello di certo aiuta sempre, ma più specificamente della concretezza nella scrittura, nella costruzione di un proprio linguaggio estetico e soprattutto, ed è ciò che per questo premio è assolutamente centrale, dell’aderenza a una pertinenza tematica come quella dell’inclusione. Alcuni film riescono ad essere veramente dei cecchini da un punto di vista tematico; altri, invece, nell’urgenza di voler raccontare troppo rischiano un pochino per perdersi. Sarà ad ogni modo una gran bella sfida tra esperienza, qualità, scrittura, budget…

Avete già litigato?
Caterina Guzzanti_No, daremo tre premi e tutto andrà per il meglio.
Carlotta Vagnoli_Oggi abbiamo provato a chiedere a Silvia Jop se potevamo assegnare un premio a testa… Sarà però un processo divertente, perché emergeranno in sede di giudizio i nostri tre diversi approcci: io vengo dalla scrittura, Caterina dal teatro, Alberto dal cinema, dietro e davanti alla macchina da presa. Ognuno di noi ha notato e annotato cose diverse, quindi finirà a menasse! La responsabilità di assegnare il premio a qualcuno che ne gioirà e ne sarà fiero è una cosa che di solito mi paralizza, però essendo in tre riusciremo veramente a centrare la scelta, ne sono sicura. C’è un ventaglio così ricco che riusciremmo a “beccare” il migliore in quanto a inclusione e sostenibilità.
Alberto Malanchino_Possiamo per ora solo dire che ci sono dei titoli che continuano a ritornare in modo abbastanza ricorrente, quello sì, e sono proprio tre.

Dopo questa esperienza di giurati dove vi potremo ritrovare?
Caterina Guzzanti_Io girerò un film ad ottobre per poi dedicarmi alla scrittura e alla regia per la produzione del mio futuro spettacolo teatrale, che andrà in scena nella primavera del 2024. Ho delle notti molto agitate in cui mi risveglio con delle illuminazioni, come un vampiro risorto, con delle idee geniali che poi dimentico.
Carlotta Vagnoli_Io finirò in un’altra giuria subito subito, precisamente per il premio The Italian Review del Saggiatore, a cui lavoreremo fino a dicembre. Sono in ottima compagnia anche lì. Diciamo che la vita da giurata non finisce mai. Parallelamente sto chiudendo il mio nuovo romanzo per Enaudi, che uscirà all’inizio dell’anno nuovo. E poi proseguono le lezioni e gli incontri e io continuo a girare come una trottola per l’Italia. Ormai ho fatto il callo, mi piace quasi: se non prendo un treno al giorno mi preoccupo.
Alberto Malanchino_Io invece il 9 e il 10 settembre sarò ad Andria per il Festival Internazionale Castel dei Mondi con un monologo dal titolo Sid – Fin qui tutto bene, spettacolo che è nato da un’idea di Girolamo Lucania, prodotto dalla compagnia torinese Cuboteatro e recentemente vincitore del Premio InBox 2023. Da Andria in poi ci sarà tutta la tournée del 2023/24.

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