A oltre un secolo dalla sua prima pubblicazione in italiano nel 1918 – la versione siciliana con l’attore Angelo Musco, intitolata A biritta cui ciancianeddi, debuttò a Roma nel 1917 –, la “commedia nata e non scritta” di Pirandello è portata in scena, dal 17 al 19 febbraio al Teatro Toniolo da Gabriele Lavia – qui insieme a Federica di Martino –, una delle voci più appassionate del teatro del Nobel siciliano. Nella sua lettura siamo di fronte al primo esempio radicale di teatro italiano “espressionista”, un espressionismo feroce che vuole rappresentare una società malata di menzogna. In scena, quindi, un vecchio fondale e pochi elementi, relitti di un salottino borghese, dove viene rappresentato un pezzo di vita di una famiglia perbene che fa i conti con l’assillante angoscia di dover essere per gli altri.