Il Leone d’Oro Saburo Teshigawara, scultore, danzatore, disegnatore e artista visionario, porta a Venezia una prima mondiale emozionante: la rivisitazione di Petrouchka, opera culto dei Balletti Russi di Sergej Diaghilev. Sulla partitura di Stravinsky, arricchita da un’originale composizione musicale di rumori e suoni registrati per le strade d’Italia, Teshigawara danza Petrouchka in duetto insieme a Rihoko Sato, sua partner artistica da decenni. Non ci saranno né il Moro, né il Ciarlatano, l’intero spettacolo ruota attorno all’amore impossibile per la ballerina.
«Ho modificato la nota, classica vicenda di Petruška in modo da esprimere, attraverso la forma di una bambola, il tormento umano e lo sconforto che sono inseparabili dalla pelle e dalla carne – scrive Teshigawara in una nota – Questo fa assumere al tutto una tonalità più scura e ironica, tuttavia intendo anche concentrarmi su dove risiede la bellezza. Pensando a dove si trovi la bellezza desiderata, questo luogo non è visibile. Forse è una sensazione simile al dolore che sentiamo dietro agli occhi. Si può proiettarla sul lato opposto dell’ironia. Percepiamo la bellezza quando i fenomeni, la materia e gli esseri viventi vengono proiettati sui nostri “occhi della disperazione”, mostrandoci attraverso il loro movimento misterioso una bellezza che va oltre la nostra normale comprensione. Credo che lo “sconforto” sia ciò che ci dà forza. Si trova all’origine del nostro desiderio di gioia, emerge dalla delusione. L’ironia, una forma d’intelligenza, ricerca l’arte. Là esiste la possibilità che il corpo sia libero dal disagio. La musica ri-costruita renderà il vostro senso dell’equilibrio ancor più instabile, e vi aiuterà a vedere ciò che non avete visto prima».
Il coreografo e performer Saburo Teshigawara riceve il Leone d'Oro alla carriera della 16. Biennale Danza