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Il latte dei sogni
Dopo il Leone d’Argento ricevuto nel 2023, TAO Dance Theater torna alla Biennale Danza con la prima europea di 16 e 17, nuovi capitoli della lunga Numerical Series, co-commissione della Biennale.
Fondata a Pechino nel 2008 da Tao Ye, Duan Ni e Wang Hao, la compagnia si è affermata a livello internazionale per il rigore formale e l’astrazione radicale con cui affronta il corpo e il movimento, secondo un principio di “danza pura” che rifiuta narrazione e rappresentazione. Al centro della ricerca è il corpo, indagato attraverso il Circular Movement System, tecnica basata su movimenti continui, curvi, senza inizio né fine, come pennellate nello spazio. Niente specchi in sala prove, nessun riferimento esterno: la coscienza del corpo si costruisce dall’interno, attraverso esercizi che trasformano la ripetizione in atto conoscitivo. La danza, in questo orizzonte, non è espressione ma presenza, non rappresentazione ma attenzione, che sollecita una percezione viscerale e quasi cinestesica.
La Numerical Series – priva di titoli – è concepita come un’opera unica in tappe, ognuna delle quali esplora un’ipotesi sul movimento. 16 si concentra sui moti della testa, normalmente marginali, qui portati al centro dell’azione. 17 indaga la relazione tra suono e corpo, attraverso quella che i coreografi definiscono “immaginazione cinestesica del suono”: una tensione costante tra forma sonora e fisica. Ogni numero nasce da un’idea minima, sviluppata fino alle estreme conseguenze. L’estetica è asciutta, essenziale, reiterativa. Il ritmo nasce dalla persistenza. Nulla distrae dalla materia viva del corpo: né scenografie né costumi, solo luce, suono e precisione assoluta.
In un’epoca di iperstimolazione e sovra-narrazione, TAO Dance Theater sceglie la via contraria: la rarefazione. Ogni gesto è una domanda. Ogni sequenza un esercizio spirituale. La danza – ci raccontava Tao Ye due anni fa – «attiva i sette sensi e restituisce il corpo alla sua condizione originaria, quella di un microcosmo vivo e pulsante». È un’arte che non pretende di spiegare, ma di far sentire. E forse proprio per questo, di far capire.
Teatro Malibran
25, 26 luglio h. 21
19. Festival Internazionale di Danza Contemporanea