La mostra Il ritratto veneziano dell’Ottocento, a cura della direttrice della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, Elisabetta Barisoni, e dello studioso Roberto De Feo, è da ammirare per la ricerca spasmodica di opere di collezioni pubbliche e private, scomparse e poi ritrovate, e soprattutto ristudiate e restituite al pubblico in una nuova luce, anche attraverso nuove attribuzioni, indagando un periodo storico trascurato come quello dell’Ottocento rispetto agli onori tributati al precedente Settecento. La commemorazione della figura del primo direttore della Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, Nino Barbantini, e della sua esposizione storica del 1923, che constava allora di 241 opere di 50 pittori, scultori e miniaturisti, offre l’occasione oggi per esplorare esplicitamente Il ritratto veneziano dell’Ottocento, una indagine misurata di volti e di abiti indossati dai protagonisti della società e cultura nel Triveneto, Friuli e Trentino, in un album corale dipinto da grandi artisti tra Neoclassicismo e Romanticismo, compostezza canoviana ed equilibrio del colore debitore anche di grandi maestri del Cinquecento. La fissità o l’espressività gelida e autorevole di visi, gesti e pose di sconosciuti e di personalità, viaggia consapevolmente dall’idealizzazione di canoni costruiti secondo l’Accademia di Belle Arti alla modernità più intima di un realismo borghese e aristocratico.
Immagine in evidenza: Francesco Hayez, Matilde Pirovano Visconti, Collezone privata