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Il latte dei sogni
La Tempesta è stata una presenza costante nella vita e nell’arte di Manuel Gualandi. Sin dai tempi degli studi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, negli anni Novanta, l’artista poteva ogni giorno accedere liberamente, come tutti gli altri studenti, nelle sale delle Gallerie, che erano proprio sopra le loro aule. Un’esperienza quotidiana ed indelebile per lo sviluppo creativo dell’artista, che da subito ha orientato la sua ricerca proprio sulla fascinazione per le immagini della storia dell’arte, impiegate come fonti iconografiche da cui trarre un linguaggio concettuale declinato attraverso differenti modalità pittoriche, che spaziano dall’informale all’astratto, fino al monocromo.
Dopo molti anni la Tempesta, a lungo studiata, ha generato nell’artista la necessità di affrontare pittoricamente molti di quegli interrogativi che quell’opera ancora oggi continua a suggerire. Gualandi ha cercato così di cogliere i colori, le ombre, il corpo, il fulmine, il disegno e l’eros ambiguo di un uomo e una donna che forse si sono amati, senza occuparsi dell’interpretazione dell’opera.
Dentro la Tempesta, mostra curata da Daniele Capra, che apre il primo giugno allo SPARC* – Spazio Arte Contemporanea, raccoglie un corpus coeso e articolato di studi, variazioni e derive che riconducono l’opera di Giorgione alla sua originale materialità più diretta e di natura terrena, costituita da olio, pigmenti, stratificazioni, grumi di colore e setole di pennello che scorrono sulla superficie. Gualandi sembra dirci che la pittura è anche un metodo per riguardare la nostra storia, per leggere il nostro mondo e in esso agire. Trasformandolo, rielaborandolo o riscrivendolo.
«Io credo, anzi sento, – racconta l’artista – che la Tempesta abbia un incredibile potenziale moderno, attuale, o almeno lo ha avuto per me. C’è un sentimento di novità che un’opera del passato è in grado di esercitare – scavalcando il tempo – negli occhi di un pittore».
La mostra è accompagnata da una pubblicazione, edita da art-frame books con i testi di Daniele Capra, Luca Berta e Francesca Giubilei, Monica Ferrando e Massimo Mattioli.