Abitare il colore

Maria Helena Vieira da Silva, Peggy Guggenheim e lo spazio pittorico
di Irene Machetti

La Collezione Peggy Guggenheim dedica la sua mostra primaverile a Maria Helena Vieira da Silva, rendendo omaggio a una delle figure più affascinanti dell’arte del XX secolo.

Continuano con grande soddisfazione le indagini sull’arte del Novecento al femminile: dopo il successo della personale dedicata a Marina Apollonio, la Collezione Peggy Guggenheim dedica la sua mostra primaverile a Maria Helena Vieira da Silva, rendendo omaggio a una delle figure più affascinanti dell’arte del XX secolo, capace di intrecciare con straordinaria sensibilità astrazione e figurazione.

Curata da Flavia Frigeri, la mostra Anatomia di uno spazio raccoglie circa settanta tele, provenienti dai più prestigiosi musei internazionali e da collezioni private, offrendo un’ampia panoramica sulla produzione dell’artista portoghese naturalizzata francese. L’opera di Vieira da Silva si muove su un crinale delicato tra spazialità geometrica ed evocazione sensoriale. I suoi dipinti, con architetture spezzate e prospettive in fuga, sembrano dissolvere il confine tra spazio reale e immaginato, traducendo la profondità in una griglia vibrante di segni, colori e luce. La mostra mette in luce le radici culturali della sua arte: i motivi e le atmosfere rimandano la tradizione portoghese, mentre le influenze cubiste e futuriste si rivelano nelle fratture prospettiche e nel dinamismo delle composizioni. Figlia di una madre che la fa viaggiare e ne incoraggia precocemente la creatività, Vieira da Silva si forma tra Lisbona e Parigi, dove studia con Antoine Bourdelle e Charles Dufresne. Il 1933 segna una svolta fondamentale, con la sua prima mostra personale allestita dalla gallerista Jeanne Bucher, che ne seguirà l’intera carriera. Artista versatile, Vieira da Silva non si limita alla pittura: si dedica anche all’illustrazione di libri di poesia, ai cartoni per la tappezzeria e all’incisione, agli arazzi e alle vetrate, sperimentando materiali e tecniche diverse.

Una svolta chiave nel suo percorso accade a Marsiglia, dove, osservando un ponte metallico, sviluppa la sua visione dello spazio come struttura in tensione, fatta di sovrapposizioni e frammentazioni che sfociano in paesaggi labirintici, poetici e visionari. Il rapporto tra Vieira da Silva e Peggy Guggenheim risale agli anni Quaranta: nel 1943, l’artista viene inclusa nella storica mostra Exhibition by 31 Women a New York, evento pionieristico dedicato alla creatività femminile. La mostra veneziana si concentra soprattutto sulla produzione parigina di Vieira da Silva, dagli anni Trenta agli Ottanta, restituendo la complessità di un’artista capace di reinventare lo spazio pittorico come trama infinita di segni e visioni.

Immagine in evidenza: Maria Helena Vieira da Silva, Figure de ballet, 1948, Galerie Jeanne Bucher Jaeger, Paris-Lisbon
Photo Jean-Louis Losi. © Adagp/Jeanne Bucher Jaeger, Paris, by SIAE 2024

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