Il potere avvincente di Don

Una grande anteprima per il Mestre Book Fest
di Massimo Macaluso

A poche settimane dal suo inizio il Mestre Book Festival offre al pubblico una grande e attesissima anteprima: dopo dieci anni di assenza dall’Italia ritorna nel nostro paese, in occasione della pubblicazione del suo nuovo romanzo, Città in rovine, il maestro del crime Don Winslow.

Il cinema “noir”. Ovvero registi visionari che hanno saputo portare sul grande schermo l’atmosfera oscura, la suspense e il mistero che caratterizzano questo genere di narrazione. Una filmografia affonda le sue radici in larga misura nella letteratura, dove autori di talento hanno tratto ispirazione dalle loro esperienze sul campo per creare capolavori di suspense e mistero. A partire da Dashiell Hammett, autore de Il falcone maltese, a Raymond Chandler, creatore del detective Philip Marlowe, fino ad arrivare a James M. Cain, autore de Il postino suona sempre due volte, ma si potrebbe proseguire ad oltranza.
Il genere negli anni si è evoluto ed è passato dai quartieri proibiti delle metropoli americane ad altri contesti, molto più ‘gore’, se vogliamo (Tarantino ha fatto scuola), in quanto caratterizzati da un genere di delinquenza molto più feroce e veramente senza più regole e confini di ‘lealtà’ criminale. Il punto di non ritorno è stato il narcotraffico, che in queste nuove connotazioni crime ha veramente infranto ogni possibile barriera tra bene e male, nel senso che è difficile, quasi impossibile, qui individuare con nettezza dove stia l’uno e dove l’altro. E qui tutta la recente e meno recente filmografia ha tratto ispirazione a piene mani da uno scrittore che con rara maestria ha saputo narrare nella maniera più realistica possibile quello che accade nel mondo dei narcos, che in Europa conosciamo tutto sommato poco (siamo più esperti nelle ‘cose nostrane’, che pure loro quanto a crudeltà ed
efferatezza non scherzano, sia pur con diverse modalità). Stiamo naturalmente parlando di Don Winslow, 70 anni, 24 romanzi scritti in una trentina d’anni, alcuni decisamente fluviali, autore di un paio di trilogie autoriali di altissimo livello, la prima delle quali, il cui primo atto è rappresentato da quello che è senza dubbio alcuno il suo romanzo di maggiore successo, Il Potere del Cane, rappresenta uno sterminato affresco delle vicende criminali dei cartelli della droga, da cui probabilmente a breve sarà tratta una serie televisiva.
Mi è capitato di leggere il primo romanzo della seconda trilogia, La Città in Fiamme, un viaggio coinvolgente e tesissimo. Peccato non aver scoperto prima questo autore, che tra l’altro ha da pochissimo annunciato l’abbandono della scrittura per dedicarsi anima e corpo all’attivismo politico, con un solo, unico, obbiettivo: scongiurare il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Uno scrittore dallo stile crudo, ruvido e diretto, Dialoghi scarni e realistici, personaggi sgradevoli quanto basta, descritti e caratterizzati attraverso digressioni e flashback narrativi (l’infanzia di Danny, le dinamiche migratorie di italiani e irlandesi, lo sviluppo delle alleanze, il progressivo controllo del territorio, addirittura accenni alla dimensione religiosa), grazie ai quali l’intera storia acquisisce senso, fanno de La Città in Fiamme un romanzo avvincente, scorrevole e di grande leggibilità. Qualcuno obietterà che non si tratti di grande letteratura, e forse sarà anche vero, ma… who cares? (mi si passi l’inglese. che fa sempre
più scena…). Premesso e precisato che il lavoro trova ispirazione proprio nella grande letteratura, più specificamente quella classica (Eneide e Iliade, il racconto della guerra di Troia, il parallelo con gli scontri fra troiani e achei e con la vicenda di Elena e Paride), io credo che un compito della narrativa sia anche quello di intrattenere il lettore senza porsi troppi obiettivi. Non si pensi, poi, che l’assenza di personaggi positivi comporti una legittimazione di quelli negativi: la strategia della narrazione neutrale, utilizzata da Winslow in modo quanto mai efficace, stabilisce in modo chiaro quanto implicito la posizione “etica” dello scrittore, non fornendo giustificazione alcuna a qualsiasi misfatto o crimine pur non elargendo giudizi di merito a riguardo. E comunque, ricordiamocelo, stiamo parlando di romanzi scritti veramente, ma veramente molto bene. E tanto basta.
Bel colpo, Mestre Book Fest!

Anteprima Mestre Book Fest 2024