Apre al pubblico il 10 aprile la mostra Robert Mapplethorpe. Le forme del classico, che celebra l’artista americano con un viaggio immersivo tra nudi, ritratti, nature morte e sperimentazioni che sfidano i confini tra arte, desiderio e identità.
«Mapplethorpe usa la fotografia per reinterpretare e rinnovare l’estetica classica, accentuando il dialogo tra il corpo vivo e la scultura ideale […] Mapplethorpe ne scioglie le membra marmoree per far emergere una bellezza sensuale che pulsa sotto tonnellate di rigidità, dando loro una nuova vita». In poche frasi Denis Curti, curatore della mostra e direttore artistico de Le Stanze della Fotografia, restituisce perfettamente l’essenza visiva di uno dei protagonisti più iconici e controversi della fotografia internazionale. Oltre 200 opere, molte delle quali presentate per la prima volta in Italia, compongono la mostra Robert Mapplethorpe. Le forme del classico, prodotta da Marsilio Arte e Fondazione Giorgio Cini, in collaborazione con la Fondazione Robert Mapplethorpe di New York, che apre al pubblico il 10 aprile. La precedente presenza delle opere del fotografo americano a Venezia risale al 1992, con la mostra curata da Germano Celant a Palazzo Fortuny.
Le Stanze della Fotografia offrono ora un imperdibile percorso immersivo attraverso la produzione di Robert Mapplethorpe (New York, 1946–Boston, 1989), al centro esatto della sua estetica ispirata dalla scultura antica, alla ricerca della perfezione formale dei corpi ritratti, della plasticità delle forme e della sinuosità delle composizioni. Le immagini in mostra spaziano dai celebri nudi maschili e femminili alle nature morte floreali, evidenziando l’attenzione dell’artista alla luce e al dettaglio. Questo approccio conferisce ai soggetti un’aura senza tempo, trasformando i corpi e i fiori in icone eterne e poetiche. Il percorso espositivo comprende anche i primi collage e ready-made degli anni Sessanta, realizzati con disegni originali, ritagli di riviste omoerotiche e oggetti trovati, che mostrano la precoce propensione di Mapplethorpe alla sperimentazione e alla sovrapposizione di elementi. Le fotografie raccontano la complessità della sua visione estetica e la continua esplorazione dell’identità, della sensualità e del desiderio. In mostra sono presenti ritratti di personaggi di spicco della cultura e dell’arte del Novecento, tra cui Patti Smith, Lisa Lyon, Andy Warhol, Truman Capote, Keith Haring, Yoko Ono, Isabella Rossellini e Susan Sontag. Gli autoritratti dell’artista, carichi di simbolismo e provocazione, offrono uno sguardo intimo sulla sua costante riflessione sul sé e sui confini tra immagine pubblica e identità personale.