Rivoluzione Vedova, all’M9, non è solo una bellissima mostra e un omaggio a un grande Maestro, ma un sistema nuovo e collaterale di pensare il nostro presente, da più punti di vista e da nuove prospettive.
«Tutte le sue opere nascono da un unico, straordinario accumulo di energia creativa, che esplode nella sequenza ininterrotta di capolavori che segnano la sua carriera. Dal lontano 1945, anno che chiude nella disfatta il Ventennio fascista (e che prendiamo come termine post quem della mostra), e prima, quando da autodidatta insegue il suo destino di pittore nelle calli veneziane, e poi, quando nella precoce maturità, siamo quasi alla fine degli anni Quaranta, nella compagine degli artisti del suo tempo, abbraccia la scelta più radicale, quella dell’astrattismo, scelta perentoria, senza ritorno».
Così Gabriella Belli racconta Rivoluzione Vedova, la mostra all’M9 – Museo del ‘900, la prima dedicata all’arte contemporanea,
progettata e curata magistralmente dalla stessa Belli e “messa in scena” dagli autorevolissimi architetti Massimo Alvisi e Junko Kirimoto. La mostra intercetta l’istinto di Emilio Vedova nel far coincidere la storia con il gesto della pittura, restituendo un susseguirsi di movimenti “tellurici”, dove l’esistenza del Maestro incontra la cronaca del mondo, quel mondo fatto di rivoluzioni culturali e politiche. La storia è protagonista, è il respiro e le vampate della sua pittura, che si muove e sviluppa all’unisono con le sue battaglie per i diritti civili, il pacifismo, contro l’inganno delle ideologie e la violenza delle dittature, per incalzare il cambiamento, per la difesa di Venezia e molto, molto altro ancora.
Tutto ciò non vi sembra attuale? Vedova è un contemporaneo che ancora ci ispira. Il suo vivere nel presente, “esserci dentro”, misurarne i conflitti e le contraddizioni in una quotidiana dialettica si manifesta oggi quasi più di ieri in maniera evidente.
All’ultimo piano di M9, museo ideato e progettato nel centro di Mestre da Sauerbruch Hutton, tra i pochi musei italiani dedicati alla storia del Novecento, in uno spazio unico e continuo di circa 1350 metri quadrati, le opere costruiscono un “paesaggio” nuovo, un terreno comune di condivisione di affanni, dolori, potenza e sentimento, vita, libertà, ideali.
I giganteschi Absurdes Berliner Tagebuch ‘64, …in continuum, compenetrazioni/traslati ‘87/’88, centodue dipinti in un’unica installazione senza soluzione di continuità e, ancora, i Dischi e i Tondi, lavori realizzati negli anni Ottanta e Novanta, interagiscono con lo spazio in un incrocio di forme rotanti, colore che cola oltre il perimetro curvo della tela, amalgama di forme, furore creativo che ha pochi eguali.
«Protesta e resistenza di un artista che ad ogni impeto fa corrispondere un lucido pensiero, e ad ogni audace slancio e urto della sua pittura, emozioni e sentimenti di tale empatia, che sentiamo ancora vivi nel ricordo di quella sua possanza e autorità fisica» (Gabriella Belli).
Rivoluzione Vedova, frutto di un’inedita collaborazione comune tra Fondazione di Venezia, M9 e Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, non è solo una bellissima mostra e un omaggio a un grande Maestro, ma un sistema nuovo e collaterale di pensare il nostro presente, da più punti di vista e da nuove prospettive. La voce di Emilio Vedova, i suoi movimenti, i suoi
gesti emblematici, il suo gigantismo espressivo rimangono tatuati sulla pelle.
Fino al 31 agosto il Museo osserva gli orari estivi, dal mercoledì al venerdì dalle ore 11 alle 19, mentre sabato e domenica la chiusura è posticipata alle 21.
Tutti i giovedì, dal 13 luglio al 31 agosto inoltre i residenti della Città Metropolitana di Venezia potranno visitare gratuitamente la mostra.
Dall’1 al 31 agosto sarà possibile per tutti acquistare un biglietto speciale a 5 euro per visitare il Museo del ‘900 e uno a 5 euro per la mostra Rivoluzione Vedova.