Suoni complici dello spazio

Prometeo, il punto di arrivo di una ricerca durata una vita
di Mariachiara Marzari

L’opera di Luigi Nono torna a riempire il luogo che per primo la accolse nel 1984: «questi legni, queste pietre-spazi di San Lorenzo, infiniti respiri».

Dov’era, non esattamente com’era, ma re-immaginata! Prometeo di Luigi Nono, il cui sottotitolo è Tragedia dell’ascolto, che le stesse parole del compositore spiegano «tragedia composta di suoni, con la complicità di uno spazio», torna a risuonare quarant’anni dopo nella sua sede originaria, la Chiesa di San Lorenzo, in occasione del centenario della nascita del grande compositore veneziano (29 gennaio 1924). Un’opera intesa unicamente come ascolto rivoluzionando lo spazio: «Questi legni, queste pietre-spazi di San Lorenzo, infiniti respiri», scriveva sempre Luigi Nono in riferimento alla cassa armonica ideata per lui da Renzo Piano.

Per questa eccezionale riedizione, la secentesca chiesa sconsacrata di San Lorenzo, dalla singolarissima pianta divisa longitudinalmente dall’altar maggiore in due emicicli, ospiterà una nuova struttura-ambiente re-immaginata, aderendo al pensiero del compositore, da Antonello Pocetti e Antonino Viola, con le luci di Tommaso Zappon. Un impianto essenziale e aperto che abbraccia il pubblico con una serie di praticabili ponteggi in collegamento fra loro posti a tre diverse altezze, che come moderne “cantorie” ospitano in punti diversi dello spazio solisti, complessi vocali e strumentali. Al centro Marco Angius, il maestro italiano che più ha diretto e inciso Luigi Nono, che attraverso un sistema di monitor può raggiungere e condurre, coadiuvato da Filippo Perocco, quattro gruppi orchestrali, due ensemble di solisti strumentale e vocale, coro e voci recitanti – 79 elementi in tutto – distribuiti come in un ‘multispazio’ per quell’ascolto pluridirezionale auspicato dal compositore veneziano.

Accanto all’Orchestra di Padova e del Veneto ci saranno i fuoriclasse del flauto e della tuba Roberto Fabbriciani e Giancarlo Schiaffini, che con il mago del suono Alvise Vidolin per la parte elettronica e Massimo Cacciari, curatore di un vertiginoso intreccio di testi e di lingue, erano stati complici della prima leggendaria edizione. Con loro, importanti solisti: Carlo Lazari alla viola, Michele Marco Rossi al violoncello, Roberta Gottardi al clarinetto, Emiliano Amadori al contrabbasso; le voci dei cantanti Livia Rado, Rosaria Angotti, Chiara Osella, Katarzyna Otczyk, Marco Rencinai, le voci recitanti Sofia Pozdniakova e Jacopo Giacomoni, oltre al Coro del Friuli Venezia Giulia con il Maestro Cristiano Dell’Oste. Imprescindibile l’apporto di Nicola Bernardini e Luca Richelli al live electronics.

Dopo quarant'anni torna in scena il Prometeo di Luigi Nono

Memorie dalla prima esecuzione del Prometeo

Memorie dalla prima esecuzione del Prometeo

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