Ca’ di Dio: una storia lunga 750 anni da celebrare con un menu ed un cocktail speciali ideati ad hoc.
Fa una certa impressione, in un mondo dominato dalla rincorsa al sempre più nuovo, pensare a un edificio con già alle spalle 750 anni di vita che gode di ottima salute e soprattutto offre soluzioni iper-contemporanee per declinare al meglio il soggiorno dei suoi ospiti. L’edificio in questione è Ca’ di Dio, una delle più salienti novità nel panorama alberghiero veneziano degli ultimi anni. Nello spazio di poco tempo infatti ha saputo rivendicare la sua identità, conquistando il favore convinto di un pubblico che ha molto apprezzato la struttura, rendendola un punto di riferimento stabile tra i migliori hotel in Laguna.
Ma è necessario tornare al passato per comprendere e contestualizzare la vita intensa di un edificio dalla storia straordinaria. Correva l’anno 1272 e Venezia affrontava un periodo di incertezza, dopo decenni di straordinaria prosperità. Nel 1261 i Bizantini avevano riconquistato Costantinopoli, facendo perdere a Venezia le sue basi commerciali del Mediterraneo orientale. E ancora i Mongoli stavano stravolgendo la geo-politica dell’epoca conquistando e unificando il continente asiatico, dalla Cina alle sponde del Mediterraneo. Fedele alla sua tradizione di accoglienza, Venezia si prodigava nella cura di chi ne aveva bisogno: negli anni 1253-1268 ampliò l’Ospissio Orseolo e, nel 1260-61, fondò le prime Scuole Grandi. Poi, nel 1272, creò un casa – Ca’ di Dio – per accogliere i più bisognosi, ritornando alla vocazione dell’ospedale dei tempi dei Padri della Chiesa nel IV secolo.
Nata come alloggio per pellegrini di passaggio verso la Terra Santa, poi ricovero per donne in difficoltà rimaste sole, Ca’ di Dio nel 1544 fu protagonista dell’intervento di ristrutturazione architettonica commissionato a Jacopo Sansovino. Il priore chiese a Sansovino di ottenere 24 nuove unità abitative più comode e luminose. Ad ogni donna ospitata, alla quale veniva attribuito il titolo di “camerista”, veniva garantita una stanza individuale con cucina e focolare, come attestano le numerose canne fumarie che caratterizzano il prospetto del complesso che da sul rio di Ca’ di Dio. Sopravvissuta alle soppressioni napoleoniche, Ca’ di Dio ha mantenuto la sua originaria vocazione di Casa di Riposo fino alla recente conversione in Hotel.
L’architetto e designer Patricia Urquiola, chiamata ad operare quest’ultima conversione, ha ideato gli spazi interni nel rispetto della storia del complesso e in continuo richiamo con Venezia attraverso sfumature e trasparenze, in un gioco fluido di movimenti incessanti, proprio come avviene per l’acqua. Ca’ di Dio ha la peculiarità di avere al suo interno tre corti, che diventano oasi di pace e tranquillità. È stato coniato il termine “Venessentia”, che esprime in modo efficace l’accoglienza che parte da Ca’ di Dio per invitare alla scoperta dell’unicità della città che la racchiude. Per celebrare questo incredibile compleanno sono stati creati un menù ad hoc e naturalmente un cocktail. Respectus, in accordo con le tradizioni, i prodotti, i profumi e i sapori, porta l’essenza della cucina in un menù, dove sono protagoniste le emozioni fatte di accoglienza, le storie da raccontare e le passioni da trasmettere. Anfora è un cocktail in grado di evocare al palato e all’olfatto un viaggio sensoriale a ritroso nel tempo fino al 1200, tra melograni, cannella e chiodi di garofano.