Nuove rotte tra Venezia e l’Armenia, alla scoperta di un Paese dalla storia millenaria.
Senza venire tacciati di Venezia-centrismo pare incredibile come la città presenti ancora al suo interno delle componenti storiche e sociali, la cui importanza si ripercuote a livello planetario. Nello specifico suscita stupore la storia degli Armeni a Venezia e il ruolo primario del legame tra due culture e tradizioni apparentemente lontane assunto fino ai giorni nostri. L’occasione di un assaggio di cultura armena è stata offerta da Save, Wizz Air e Armenia Tourism Committee che all’Isola di San Lazzaro – dal 1717 sede del Monastero dell’Ordine dei Mekhitaristi, che al suo interno conserva un ricchissimo patrimonio spirituale, culturale e artistico, tra cui spicca una biblioteca con migliaia di tomi antichi e oltre 4000 manoscritti miniati – hanno presentato il volo diretto bisettimanale operato da Wizz Air che collega già da gennaio Venezia alla capitale armena Yerevan e viceversa in meno di quattro ore. The Hidden Track è la suggestiva declinazione scelta dal Ministero del Turismo del Paese, che dal punto di vista geografico è situato nell’Asia Occidentale, ma per ragioni di carattere storico e culturale viene compreso tra gli stati europei.
L’Armenia presenta un territorio prevalentemente montuoso, senza sbocchi sul mare, ricco di vulcani spenti, risultato di un sollevamento della crosta terreste in un periodo di venticinque milioni di anni fa che ha creato l’altopiano armeno e la catena del Caucaso Minore, che si estende da nord verso sud-est, tra il lago Sevan e l’Azerbaigian, fino al confine con l’Iran. Nel 301 dopo Cristo l’Armenia divenne il primo stato cristiano al mondo, tuttavia il folklore locale conserva ancora riti e pratiche che affondano le loro radici nella tradizione pagana, che nei secoli ha permeato in profondità la cultura popolare. Pur avendo una popolazione di circa 12 milioni di individui sparsi per il mondo, la cultura armena e la sua lingua hanno sempre goduto di una solida reputazione, al punto che nella Venezia capitale mondiale della stampa nel Cinquecento, l’armeno è stato l’undicesimo linguaggio a venire stampato tramite la tecnica a caratteri mobili tra il 1511 e il 1512, dopo Latino, Tedesco, Greco, Ceco, Ebraico, Francese, Arabo, Olandese, Inglese e Italiano ed una delle prime lingue, la sesta al mondo, a disporre di un dizionario moderno. Una terra di primati a partire dall’anno di fondazione della capitale, Yerevan, che viene fatto risalire al 782 a.C., ovvero 29 anni prima della nascita di Roma. L’Armenia è tra le poche nazioni costituite da un solo gruppo etnico. Fatta eccezione per una minoranza del 3%, il resto della popolazione si identifica come armeno.
Siamo in quella parte del mondo che si usa definire la culla dell’umanità. Ci muoviamo tra le tracce più antiche dell’esistenza umana
(Ryszard Kapuscinski)
Una curiosità ulteriore riguarda il gioco degli scacchi che viene insegnato nelle scuole come materia obbligatoria. Una meta turisticamente nuova, affascinante e piena di sorprese positive, con un livello di sicurezza personale molto elevato e un tasso annuo di crescita a doppia cifra, ancora fortemente legata alla sua storia, fatta di diaspore nei secoli e drammatici genocidi subiti, che hanno saputo alimentare in maniera determinante un sentimento di appartenenza molto forte nella popolazione armena ovunque residente nel mondo. Una nazione da scoprire con i suoi paesaggi, le sue spettacolari vallate in quota, i suoi monumenti patrimonio Unesco e le tradizioni ancestrali, il tutto con la semplicità e il vantaggio di un volo diretto che crea un ponte vero tra due culture che nel rispetto delle diversità non hanno temuto di confrontarsi e di conoscersi vicendevolmente. Napoleone quando decretò la soppressione dei conventi non si oppose alla trasformazione della Congregazione di San Lazzaro in Accademia scientifica, salvandola nelle sue attività propagatrici di memoria collettiva. Dato il valore storico e culturale, Unesco ha collocato nel patrimonio dell’Umanità il lavash, un antichissimo pane di origini armene privo di lievito e creato con farina, acqua e sale. È il pane più comune in Armenia, ma è consumato anche in Iran, Turchia, Georgia e Azerbaigian. Può essere realizzato in forma rettangolare, quadrata o rotonda: è morbido da fresco e diventa più croccante man mano che indurisce. Tradizionalmente viene arrotolato, appiattito e poi cotto appoggiandolo contro le pareti calde di un forno di terracotta che, in lingua armena, viene chiamato tonir. Chissà se nell’Isola di San Lazzaro il lavash viene servito con le marmellate di giuggiole o di rose che vengono preparate in loco, attingendo alle piante dell’Isola? Prima di partire per l’Armenia, vi consigliamo di raggiungere e visitare l’Isola della Laguna, posta tra San Servolo e il Lido, e poi sublimarsi nel ricordo di questo luogo di rara semplicità ed elevata raffinatezza del sapere anche con il gusto di queste marmellate acquistabili direttamente nel piccolo bookshop di San Lazzaro.