1982_Blade Runner, regia di Ridley Scott, musica di Vangelis.
Il post-moderno compare anche nelle musiche da film e lo fa al suo meglio con il genio di Vangelis, il quale mescola elettronica, standard jazz, canti orientali, tribalismi percussivi, lacerti di melodie di piani scordati, sax un po’ alla Fausto Papetti… Insomma, tutto quello che da lì in avanti avrebbe fornito grammatica e sintassi al post-moderno in musica.
1982_Il mistero dei giardini di Compton House, regia di Peter Greenaway, musica di Michael Nyman.
Ricordo che la visione del film fu una delle esperienze più stordenti della mia vita di frequentatore di sale, come se il cinema avesse trovato una formula assolutamente originale per riscrivere la storia e trovarne un senso nuovo, fatto di cinismo e suprema intelligenza. E la colonna sonora di Michael Nyman ne è la prova, partendo da un tema di Purcell che appare nel preludio del terzo atto del King Arthur per trasformarlo in una melodia imperiosa e trascinante, che mantiene tutto il nervosismo barocco per farlo esplodere in un’estasi dei sensi continuamente rinnovata.
1985_Tangos – L’ esilio di Gardel, regia di Fernando Solanas, musica di Astor Piazzolla.
Ci sono casi in cui il film non ha una colonna sonora, ma è una colonna sonora.