La punta di diamante della ricerca contemporanea sul teatro musicale è rappresentata anche in questa edizione della Biennale dai progetti di Biennale College Musica, strettamente connessi al tema del festival attraverso le cinque sezioni del bando dedicate a giovanissimi compositori, performers e sound-artists di diversa origine, formazione e tendenza stilistica. I dieci giovani provenienti da tutto il mondo sono stati guidati da importanti e riconosciuti tutor nell’elaborazione della drammaturgia del loro progetto, nello specifico nella scelta e nel trattamento testuali, nella sperimentazione di differenti tecniche strumentali e vocali inerenti al teatro musicale. Gemma Ragués il 15 settembre presenta in prima assoluta a Ca’ Giustinian Verità a Venezia, composizione radiofonica sperimentale per voce, registrazioni e voci registrate. Un lavoro narrativo che restituisce in maniera personale una serie di scene cittadine, urbane, dialoghi inediti e alcuni segreti veneziani scoperti dalla compositrice durante la sua visita in laguna. Un viaggio pieno di contrasti che accompagnerà gli ascoltatori da una calle a Castello, dove gli abitanti appendono il bucato, a un fruttivendolo del mercato di Rialto, creando un autentico show radiofonico di strada con ospiti speciali.
Il 17 all’Auditorium Lo Squero della Fondazione Cini Kathryn Vetter, Dafne Paris, Federico Tramontana e Esther-Elisabeth Rispens interpretano i lavori di teatro strumentale di Georges Aperghis, François Sarhan e Carola Bauckholt, composizioni virtuosistiche che richiedono abilità performative e teatrali, opere in cui voce parlata o cantata e il gesto (sia che generi la produzione di suono, sia che evochi una data situazione) sono strettamente collegati tra loro e costituiscono parte integrante del tutto. Timothy Cape e Daniil Posazhennikov presentano il 24 settembre al Teatro Piccolo Arsenale due nuovi loro lavori di teatro strumentale per la voce di Esther-Elisabeth Rispens e dell’ensemble Ars Ludi. Tania Cortés e Jacopo Cenni si esibiscono invece il 23 settembre alle Tese in due performance sperimentali che si articolano in una compresenza di una dimensione più visiva e di una spiccatamente installativa. Paul Hauptmeier, infine, presenta in più giornate Diaphanous Sound, una nuova installazione sonora site-specific per la Sala d’Armi A che impiega la realtà aumentata programmata dal compositore per creare spazi acusticopoetici percepibili solo nel momento in cui li si attraversa. L’insieme di questi lavori, che illuminano ed amplificano i diversi generi e le differenti dimensioni stilistiche del teatro musicale sperimentale, rappresentano uno degli obiettivi più ambiziosi raggiunti dalla Biennale Musica 2022, ossia quello di portare all’attenzione del pubblico i risultati più estremi e fragili, ma al contempo più futuristici, della drammaturgia musicale contemporanea. «Ho immaginato di creare un lavoro sonoro ibrido, ancorato al tempo stesso nello spazio reale e in quello virtuale. In questo lavoro site specific – spiega Hauptmeier – il pubblico è dotato di cuffie aperte e può muoversi all’interno dell’installazione, ascoltando suoni virtuali che sono localizzati in punti specifici dello spazio reale e variabili a seconda dell’orientamento e della posizione dell’ascoltatore».
La Biennale Musica di Lucia Ronchetti, ricerca attiva di nuovi teatri musicali