Una fantasmagorica esplosione pirotecnica illumina la notte estiva veneziana, una grande emozione che unisce cittadini e turisti, amplificata dai riflessi del grande specchio naturale del Bacino di San Marco. Il Redentore è una delle feste più sentite e amate dai veneziani. Assistere alla notte dei foghi dalle rive, dalle terrazze di palazzi e hotel o, vero must della festa, dalle barche – davanti a tavolate imbandite di bigoi in salsa, sarde in saor, bovoeti e anguria – è un’esperienza che non delude mai, una visione magica che sospende la città in una notte dal tempo indefinito. Vivere dentro il corpo in movimento della Festa è il modo migliore oggi per conoscere il cuore vivo e resistente della venezianità. La città non trascura tuttavia l’aspetto religioso della celebrazione e mantiene viva la tradizione di recarsi in pellegrinaggio alla chiesa palladiana del Redentore percorrendo a piedi il ponte votivo di barche lungo 330 metri che dalle Zattere attraversa il canale della Giudecca. Il tempio, consacrato al Redentore in seguito alla cessazione della terribile pestilenza del 1576, è il nucleo centrale della Festa ed è considerato uno dei capolavori rinascimentali del Palladio. Qui si svolgono le celebrazioni solenni presiedute dal Patriarca di Venezia. La domenica nel pomeriggio, inoltre, il Canale della Giudecca viene restituito per poche ore a sua maestà il remo, padrone incontrastato dello spazio d’acqua solitamente molto trafficato. La gara, la Regata del Redentore, è una vera prova di forza fisica ed astuzia nel governare al meglio i gondolini, prendendo la giusta corrente lungo il percorso che dal Redentore segue il canale della Giudecca, il canale di Fusina con giro del paleto all’altezza di San Giorgio in Alga e ritorno con arrivo nei pressi della Chiesa del Redentore.