Remi e pesi

Gondolieri si nasce e si può diventare
di Fabio Marzari

Nei secoli passati spesso la gondola era un dono prezioso che la Serenissima offriva ai suoi più importanti ospiti, tanto che nel 1687 Luigi XIV di Francia, il Re Sole, aveva ben 15 gondolieri a disposizione a Versailles, alloggiati nelle “Piccola Venezia” sul canale.

Incredibile come una delle professioni meno frequentate al mondo, ma universalmente conosciuta, come quella del gondoliere – che a parte qualche goffa imitazione totalmente kitsch a Las Vegas si svolge unicamente tra i canali di Venezia – abbia anch’essa dovuto fare i conti con le mutate abitudini della popolazione mondiale sempre più pigra e dalle forme inesorabilmente allargate. Nei secoli passati spesso la gondola era un dono prezioso che la Serenissima offriva ai suoi più importanti ospiti, tanto che nel 1687 Luigi XIV di Francia, il Re Sole, aveva ben 15 gondolieri a disposizione a Versailles, alloggiati nelle “Piccola Venezia” sul canale.

Ogni gondola può ora trasportare fino a 5 persone contemporaneamente, non più 6, mentre per le gondole più grandi da parata, più robuste e resistenti, il numero scende da 14 a 12 passeggeri. Colpa della nostra iperalimentazione: il peso medio che grava sulla struttura sottile della gondola è cresciuto in maniera evidente al punto che a volte il carico è così pesante che l’acqua rischia di entrare dai lati, con la minaccia di un bagno in canale, cosa non così auspicabile.
Questo abile professionista del mono remo che in piedi a poppa riesce a governare questa imbarcazione unica, destreggiandosi con abilità tra motoscafi, barche da trasporto merci e vaporetti, è il derivato di un mestiere antico, che ai tempi della Serenissima portava i migliori ad essere quelli che oggi chiameremmo “autisti” delle famiglie più importanti, raccogliendo la fiducia e spesso diventando involontari complici discretissimi di storie e avventure tra i palazzi e i segreti anfratti lagunari.

Negli anni passati la licenza del gondoliere si ereditava da padre in figlio ed era rilasciata dall’Autorità del Comune. Altra possibilità per accedere al mestiere non essendo parente stretto era di diventare un “successore” del vecchio gondoliere senza figli maschi, o con figli a cui non interessava di continuare il mestiere. In questo caso il giovane aspirante gondoliere doveva prima praticare un lungo “stage” da sostituto e poi, dopo la morte del suo maestro, doveva superare “la prova del remo” e praticare il mestiere nei canali più periferici di Venezia, dando parte del suo guadagno alla vedova del vecchio gondoliere per il noleggio dell’imbarcazione. Solo dopo un po’ di anni di duro lavoro si diventava un vero gondoliere con la possibilità di lavorare in centro città. Nei giorni nostri per diventare un gondoliere non è più necessario essere il figlio di un gondoliere, ma bisogna avere almeno 18 anni e frequentare una scuola speciale (per entrarci a sua volta si deve passare un concorso che si svolge ogni 3-5 anni, essere un bravo vogatore e nuotatore con il brevetto di soccorso).
Le lezioni comprendono l’apprendimento di una lingua straniera, nonché nozioni basilari di storia e di storia dell’arte di Venezia. Alla fine degli studi c’è un esame finale che non è proprio una pura formalità. In seguito si passa a uno stage presso un gondoliere professionista, da 6 a 12 mesi. Dopo lo stage è necessario superare l’esame pratico in presenza di 5 giudici.
Una volta superato l’esame, l’aspirante gondoliere prende la posizione di “sostituto”, potendo così può dare il cambio a colleghi con licenza. Finché il gondoliere è sostituto può scegliere con chi lavorare e in quale parte della città. Dopo aver acquisito adeguata esperienza professionale è possibile presentare una richiesta per ottenere la licenza indispensabile per poter avere un “posto fisso” in una determinata area di lavoro in città.

Non quindi solo una figura dell’immaginario da Venezia, la luna e tu, ma un vero e proprio professionista del remo, facente parte di una corporazione che ancora rispetta parametri, saperi ed esperienze millenari, tanto che da qualche anno sono scesi in prima linea, anzi sotto la linea di galleggiamento, indossando mute da sub e bombole per operazioni periodiche di pulizia dei canali, in cui sono state raccolte tonnellate di rifiuti gettati in acqua da barbari della porta accanto, perché è difficile pensare che un turista possa portare con sé un motore fuoribordo o degli pneumatici d’auto in gran quantità o una poltroncina girevole da ufficio!

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