Si manifesta con una palette color Terra “Il Laboratorio del Futuro” di Lesley Lokko e la Terra è quella africana. Il titolo scelto dalla curatrice della 18. Biennale Architettura punta i riflettori sulle diverse voci dell’Africa, voci silenti o silenziate che proveranno non a correggere ma a completare alcune pagine della storia dell’Architettura. Il motto “Decolonization and Decarbonization” coniato da Lokko, docente di architettura e scrittrice di origini nigeriane, percorre le proposte dell’architetta, mentre gli 89 partecipanti diventano “practitioner” nella sua terminologia, perché «riteniamo che le condizioni dense e complesse dell’Africa e di un mondo in rapida ibridazione richiedano una comprensione diversa e più ampia del termine “architetto”». Con Lesley Lokko si apre anche per la prima volta un’estensione di Biennale College che offrirà a cinquanta tra studenti, laureati, accademici e professionisti emergenti un programma didattico seguito da quindici docenti internazionali. Carnival – ciclo di incontri, conferenze, tavole rotonde, film e performance – completa questo atteso Laboratorio del Futuro, che oltre ai practitioner della mostra principale accoglie le idee e i progetti di 63 partecipazioni nazionali e di 9 eventi collaterali. Come ogni anno la guida di Venezia News (TheBAG – Biennale Architettura Guide) accompagnerà i visitatori con le interviste ai protagonisti di questa edizione, le descrizioni di ogni singolo progetto e di ogni singola partecipazione, le mappe dei Giardini, dell’Arsenale e di Venezia e una sezione dedicata alle numerose mostre “not only Biennale” in corso a Venezia durante i sei mesi dell’evento, a partire dai giorni di vernissage 17, 18, e 19 maggio.
Le partecipazioni 'quasi' nazionali di Scozia e Catalonia alla Biennale Architettura