
Era il 1772 quando compose Il sogno di Scipione (K. 126): Mozart aveva 16 anni e non era al primo impegno operistico. Infatti, fra oratori scenici, opere buffe, singspiele e opere serie ne aveva già all’attivo in numero di sette, e Il sogno di Scipione fece otto. Ad un certo punto del romanzo che Saul Bellow pubblicò nel 1973, Il dono di Humboldt, il personaggio Charlie Citrine riflette attorno al fatto che l’umanità contemporanea ha perduto la capacità di dormire, in quanto durante il sonno l’anima migra nel proprio elemento, nel mondo sovrasensibile dove incontra quelle forze invisibili che, ai tempi antichi, erano note agli iniziati. Questi incontri si verificavano grazie alla qualità del tono, al senso di gioia e di dolore, insomma...
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