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  • mercoledì, 31 agosto 2022

Iniziare dal futuro

di Roberto Pugliese

Le contraddizioni e le lacerazioni, spesso tragicomiche, della contemporaneità irrompono sin dalla giornata d‘apertura sugli schermi della Mostra, ma non prima di aver accolto una vera diva del cinema francese e internazionale: Catherine Deneuve, regina della Nouvelle Vague, riceve oggi il Leone d’Oro alla carriera. Il Concorso di Venezia 79 inizia con il newyorkese Noah Baumbach, già a Venezia con il doc De Palma (2015) e poi con Marriage Story (2019), che incontra lo scrittore Don DeLillo portando sullo schermo White Noise, parabola di sopravvivenza tra l’assurdo e il quotidiano di una famiglia media americana: nel cast e sult tappeto rosso Adam Driver e Greta Gerwig. Ben peggiore, e attuale, appare tuttavia il vissuto di Princess di Roberto De Paolis, che apre Orizzonti, dove l‘attrice non professionista Glory Kevin, già vittima di traffico sessuale, interpreta tra favola e realismo una prostituta nigeriana in quella Ostia che i fatti ci hanno insegnato a conoscere come teatro di clan, sopraffazioni e cronaca nera.  Una fuga, o almeno il suo tentativo, da un mondo ostile è quella che affrontano – nell’apertura delle Giornate degli Autori – anche i due giovani amanti, lui profugo siriano, lei badante eritrea, di Dirty Difficult Dangerous, nel Libano al collasso descritto dal regista Wissam Charaf.  Ma poiché non c’è riflessione sull‘oggi senza memoria di ieri, sempre nelle Giornate il doc Marcia su Roma narrato da Alba Rohrwacher e realizzato nel centenario dell’avvenimento dall’irlandese Mark Cousins, che si ricorderà per il monumentale The Story of Film: an Odyssey del 2011, è «un film – come scrive la direttrice artistica delle GdA Gaia Furrer – in cui il passato è materia viva per fare i conti con il presente». E, aggiungiamo, con un preoccupante futuro…

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PRINCESS

Princess è una giovane donna nigeriana clandestina che si prostituisce ad Ostia che, come una leggendaria amazzone, si sposta all’interno di una sorta di bosco incantato, una grande pineta che si estende fino al mare, un luogo in cui potersi rifugiare oltre che trovare font...

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MARCIA SU ROMA

La passione di Mark Cousins per il cinema? Travolgente e contagiosa. Già regista del film-documento The Story of Film: An Odissey, sarà il suo nuovo e atteso lavoro Marcia su Roma ad aprire come Evento Speciale la giornata inaugurale della XIX edizione dell...

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DIRTY, DIFFICULT, DANGEROUS

Un incontro tra due angeli caduti che cercano di vivere un amore proibito tra le strade di Beirut. Ahmed, rifugiato siriano e venditore di metalli di riciclo, è affetto da una misteriosa malattia. Mehdia, un’immigrata etiope, fa la domestica cercando di sottrarsi ai suoi op...

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DIRTY, DIFFICULT, DANGEROUS

DIRTY, DIFFICULT, DANGEROUS_Charaf_C_Gda

Un incontro tra due angeli caduti che cercano di vivere un amore proibito tra le strade di Beirut. Ahmed, rifugiato siriano e venditore di metalli di riciclo, è affetto da una misteriosa malattia. Mehdia, un’immigrata etiope...

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Dal carcere dov'è stato nuovamente rinchiuso, Jafar Panahi, in Concorso, ci parla del suo tormentato Iran senza pace con No Bears (Khers Nist), di cui è anche interprete autobiografico in una vicenda di storie d'amore parallele, tra realtà e finzione. Anche Les miens (Our Ties) di Roschdy Zem, sempre in gara, impegna questo attore-autore in un ruolo as himself, così come interpreta se stesso anche anche il giovane e talentuoso pianista Timoteusz Bies nel polacco Chleb I sól (Bread and Salt) di Damian Kocur (Orizzonti)...
Fiumi d'inchiostro e chilometri di pellicola, fiction e non, sono corsi su Marilyn Monroe ma, a 50 anni dalla morte, Andrew Dominik si ripromette con Blonde (Venezia 79) di esplorare, più che il mito di Marilyn, l'interiorità di Norma Jeane (Ana de Armas nel ruolo): il punto di partenza è il romanzo omonimo di Joyce Carol Oates. Dall'Iran arriva, sempre in corsa per il Leone...
Dopo il folgorante esordio di The Father (2020), Oscar a Anthony Hopkins, full immersion in soggettiva nella tragedia della demenza senile, il drammaturgo parigino Florian Zeller torna a realizzare per lo schermo una propria pièce dal titolo simmetrico al primo, The Son (Venezia 79), vortice di eventi che tra coppie, ex-coppie, figli primi e secondi devasta gli equilibri di una famiglia borderline: nel cast ancora Anthony Hopkins, con...
La passerella del cinema italiano in Concorso prosegue con Il signore delle formiche di Gianni Amelio, con Elio Germano e Luigi Lo Cascio nel ruolo di Aldo Braibanti, l'intellettuale antifascista che nel “glorioso” Sessantotto subì una processo e una condanna in cui l'accusa di plagio mascherava in realtà la sua vera ‚colpa‘, l'omosessualità...
Le intricate dinamiche familiari, con particolare attenzione al ruolo genitori-figli, ma anche quelle di (semplice?) amicizia, unite al leitmotiv dell'isolamento fisico come scelta anzichè costrizione, attraversano gli schermi della Mostra. In Concorso Love Life di Kôji Fukada, autore già premiato a Cannes e Tokyo, osserva gli effetti del riapparire di un padre povero e malato sulla porta della donna che gli aveva dato un figlio, mentre Martin McDonagh torna a cinque anni dal pluripremiato Tre manifesti a Ebbing, Missouri con The Banshees of Inisherin, indagine sulla vecchia amicizia tra due “lupi solitari”...
Non abituarci all'infamia di una guerra d'aggressione significa anche passare per il cinema necessario del documentarista ucraino Sergei Loznitsa (ancora impressionante il ricordo del suo State Funeral, del 2019, sulle esequie di Stalin) che Fuori Concorso presenta The Kiev Trial, ricostruzione a futura memoria di uno dei primi processi del dopoguerra a carico di nazisti catturati dai sovietici, per i crimini compiuti contro gli ebrei ucraini. Sin troppo ovvio, oggi, leggere l'episodio come una triste profezia...
Nella serata in cui gli viene conferito il Leone d’Oro alla carriera, Paul Schrader (habitué della Mostra dal 1997, con Affliction) presenta Fuori Concorso il suo nuovo dramma psicologico Master Gardener, con Joel Edgerton scrupoloso giardiniere e Sigourney Weaver ricca vedova. Un altro utopista del paesaggio, che sogna un'area verde nel centro di Marsiglia, è anche il protagonista di Tant que le soleil frappe (SIC) di Philippe Petit...
Decolla il cinema italiano in gara con Bones and All di Luca Guadagnino, dal romanzo di Camille DeAngelis, storia di sopravvivenza, passione, cannibalismo ed emarginazione: cast stellare con Timothée Chalamet, Mark Rylance, Chloë Sevigny, Jessica Harper. Di tutt‘altra, ma non meno tragica, emarginazione parla anche Athena di Romain Gavras, figlio di Costa-Gavras, scritto insieme a Ladj Ly (Les Misérables) e incentrato su una rivolta popolare in una banlieue parigina a seguito dell’omicidio da parte della polizia di un...
Nel personaggio della direttrice d‘orchestra Lydia Tár, interpretata da Cate Blanchett nel film di Todd Field a lei dedicato (Venezia 79), si incarnano probabilmente alcune pioniere di questa professione della musica solo recentemente apertasi alle donne, come Antonia Brico, Carmen Campori e Sarah Caldwell. La seconda giornata del Festival ha una declinazione decisamente al femminile, problematica e spesso aspramente conflittuale, che emerge trasversalmente fra le sezioni...