Frederick Wiseman

di F.D.S.
  • domenica, 3 settembre 2023

C’è un dispositivo sociale, culturale, economico della biosfera dell’uomo che Frederick Wiseman, uno dei più grandi documentaristi viventi, non abbia esplorato con la sua macchina da presa in oltre cinquant’anni di lavoro? No: tutti i “luoghi”, tutti i corpi sistemici prodotti dall’attività umana (scuole, ospedali, servizi sociali, manicomi, prigioni, grandi magazzini, parchi pubblici, biblioteche, musei, spazi culturali e di entertainment, comunità cittadine, quartieri metropolitani, ecc.) sono stati analizzati, vivisezionati, rivoltati dal Nostro con lo stesso approccio sobrio, non militante, quasi distaccato.
Fin dal suo primo, folgorante lavoro, Titicut Follies del 1967, Wiseman ha esplorato l’ istituzione americana, rivelandone i meccanismi, le storture, l’ingiustizia sociale che stanno dietro al loro funzionamento.
La camera di Wiseman si posa come un testimone sui lembi di realtà, sui frammenti di verità che compongono la complessa articolazione del sistema, senza commenti esterni che diano una “linea” a priori. Senza pregiudizi, senza forzature del discorso. È questo il miracolo dei suoi film: intervenire nella microfisica del potere facendo parlare i soggetti, riprendendo le conversazioni, le transazioni, le riunioni di lavoro, le attività normali attraverso le quali quel corpo sociale o economico si esprime, rubandole alla realtà e restituendo così la verità con un approccio da artigiano del mosaico, che posa paziente le tessere per arrivare alla verità finale. La verità di Wiseman non è di quelle luminose, brillanti, integerrime, anzi: la sua verità emerge lentamente, come lenta è la fase di montaggio che, per ogni titolo, richiede dai quattro ai sei mesi di lavoro quotidiano.
La verità per Wiseman appare per disvelamenti progressivi, per successive estrazioni maieutiche, ma è proprio questo lento processo conoscitivo che fa del suo cinema uno degli opus più importanti sul senso della società contemporanea. A 93 anni Frederick Wiseman fa ancora film, e quello che sarà presentato a Venezia sui segreti di un ristorante francese con tre stelle Michelin promette di essere l’ennesima geniale radiografia di un’ altra istituzione passata sotto la sua inesorabile, asciutta lente.

MENUS PLAISIRS – LES TROISGROS

MENUS PLAISIRS - LES TROISGROS

Il film esplora una tipica giornata lavorativa a Les Troisgros, un tre stelle Michelin situato a Ouches, a pochi chilometri da Lione, svelando il “dietro le quinte” di uno dei più famosi ristoranti stellati di Francia.

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LEGGI
Frederick's six
Titicut Follies
(1967)

Lo sconvolgente esordio di Wiseman, ai limiti del sostenibile, sui detenuti del Bridgewater State Hospital, un manicomio penitenziario

The Store
(1984)

La radiografia di Neiman Marcus, il grande magazzino del lusso nato a Dallas e poi diffusosi in tutti gli Stati Uniti. Il film si chiude con la grande festa del 1982 per i 75 anni di vita della ditta. Pochi mesi fa, 38 anni dopo la festa, la Neiman Marcus ha chiesto la bancarotta assistita e ha chiuso i suoi 48 punti vendita

Central Park
(1989)

Cosa c’è dietro l’utilizzo del parco da parte dei newyorkesi? Quanti problemi, quante complessità, quante competenze e quante negoziazioni ci sono dietro il funzionamento di ogni corpo sociale pubblico o privato che sia?

La Danse
(2009)

È il balletto dell’Opéra di Parigi ad essere qui vivisezionato nella sua fortissima contraddizione tra la bellezza dei corpi danzanti e l’inflessibile disciplina gerarchica della sua struttura

Ex Libris - The New York Public Library
(2017)

Per una libreria pubblica l’acquisto dei volumi è oramai diventata la missione meno impegnativa, ben altri assai più sfidanti essendo i suoi obiettivi di tutela e sviluppo della cultura. Splendida opera sul senso magnifico e problematico dell’ istituzione pubblica oggi.

Un couple
(2022)

I film di finzione di Wiseman si contano sulle dita d’una mano. Questo è uno, presentato alla Mostra del Cinema del 2022, incentrato sulle lettere scritte da Sofia Tolstaja al marito.

THE OTHERS

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