Yasujirō Ozu

di Giorgio Placereani
  • mercoledì, 6 settembre 2023

In occasione dei 120 anni dalla nascita del grande regista giapponese, la Mostra propone nella sezione Venezia Classici la versione restaurata di Chichi Ariki, girato da Ozu nel 1942. Film severo di grande bellezza, rientra nel contesto di quel rapporto familiare che si è ormai precisato come l’argomento base del cinema di Ozu.

CHICHI ARIKI

CHICHI ARIKI

Ozu nei suoi film giovanili aveva mostrato di apprezzare molto le influenze americane, ma nel 1937 quando scrive “Chichi Ariki”, poi girato nel 1942, la temperie era assai cambiata. Il regime aveva lanciato una guerra culturale (contemporanea a quella in Cina) per ...

LEGGI
Ozu’s ten
Sono stato bocciato ma…
(1930)

Una delle commedie studentesche agrodolci di Ozu. Bella vita di gruppo all’università, corteggiando la ragazza del bar. Non passeranno gli esami; ma tanto, gli studenti promossi non trovano lavoro.

Il coro di Tokyo
(1931)

Magnifico passaggio dalla commedia al melodramma nella storia di un impiegato licenziato che accetta un lavoro come uomo-sandwich e lo nasconde alla moglie. Lei lo vede per strada e se ne vergogna.

Sono nato, ma…
(1932)

Tenero sguardo sull’infanzia nel più famoso film muto di Ozu. Due fratellini figli di un impiegato perdono il rispetto verso il padre quando lo vedono fare il buffone per compiacere il capo ufficio.

La donna della retata
(1933)

Uno dei film d’ambiente gangsteristico di Ozu. Kinuyo Tanaka è una ragazza moderna che si ispira alle vamp americane, innamorata di un giovane gangster. Finale drammatico ma con un tocco di speranza.

Capriccio passeggero
(1933)

Commedia sentimentale, narra l’amore infelice di un operaio senza moglie, con un figlio bambino, per la ragazza povera che ha aiutato. Ozu vi porta il ricordo del quartiere di Fukagawa dov’era nato.

Figlio unico
(1936)

Primo film parlato di Ozu. Una donna povera di campagna si è sacrificata per anni perché il suo intelligente figlio possa studiare a Tokyo. Tredici anni dopo va a trovarlo ed è un’amara delusione.

Tarda primavera
(1949)

Il film seminale per tutto il grande cinema del dopoguerra di Ozu. Un professore (Chishu Ryu) insiste perché la figlia si sposi ma lei (Setsuko Hara) rifiuta perché non vuole lasciare solo il padre.

Viaggio a Tokyo
(1953)

Un altro capolavoro. È il primo viaggio a Tokyo di due anziani coniugi, per visitare i figli sposati; ma questi sono poco filiali. Solo la vedova del figlio morto in guerra li tratta con gentilezza.

Fiori d’equinozio
(1958)

Un patriarca in declino nel primo film a colori di Ozu. La figlia decide di sposare un uomo senza chiedere il consenso al padre e questi, offeso, pone il veto; ma lo sconfigge un’alleanza femminile.

L’autunno della famiglia Kohayagawa
(1961)

Penultimo film di Ozu, stranamente sottovalutato. Una famiglia ricca in declino: il vecchio padre frequenta un’amante, biasimato dai figli. La fine dell’estate, nel frinire incessante delle cicale.

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