Roman Polanski

di Andrea Zennaro
  • sabato, 2 settembre 2023

L’atto della creazione artistica ed il Male insito nell’animo umano sono le due costanti che si alternano, si confrontano ed entrano in collisione nella filmografia del regista polacco. A volte viene scelto il Male, demoniaco, per poter aver successo nel mondo dell’arte come nello straordinario Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York del 1968 oppure sono le capacità artistiche a salvare le persone dal Male come ne Il pianista del 2002, dove il protagonista sopravvive al vortice nazista grazie alla sua musica.
Il torbido thriller nero, il soprannaturale, ma anche la commedia surreale ed il romanzo storico: Polanski ha attraversato, nel corso della sua lunga carriera, molti dei generi cinematografici tradizionali dandone una intima visione spesso spietata e pessimistica, senza via d’uscita.
Le sue ossessioni a volte innate, a volte generate dagli eventi della sua vita privata, filtrano nelle sue opere che probabilmente fungono da valvola di sfogo e da espiazione per il dolore subito e per il male causato. Il suo occhio registico rimane, nonostante tutto, uno tra i più originali di sempre.
Ritornando spesso alle origini del male che combacia, il più delle volte, con l’individuo stesso in quanto essere debole, fragile ed in balia di eventi incontrollabili, Polanski tiene sempre a portata di mano una cifra stilistica macabra che permea continuamente le sue opere.

THE PALACE

THE PALACE

È la notte che accompagna il nuovo millennio, il 31 dicembre 1999 al Palace Hotel, un lussuoso albergo all’interno di un castello immerso tra le innevate montagne della Svizzera. Per questo speciale Capodanno l’albergo è pronto a ospitare personaggi ricchi ed ecc...

LEGGI
Roman’s six
Repulsione
(1965)

Sessuofobia, allucinazioni e deliri mentali che portano alla violenza più estrema.

Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York
(1968)

Parabola soprannaturale faustiana, in chiave capitalistica, sulla ricerca del successo a tutti i costi.

Chinatown
(1974)

Noir anomalo che mescola realtà e finzione in un intreccio mozzafiato.

L’inquilino del terzo piano
(1976)

Incubo kafkiano circolare magistralmente diretto.

Il pianista
(2002)

L’annichilimento umano in un turbine di violenza visto dagli occhi di un sopravvissuto alla Shoah.

L’uomo nell’ombra
(2010)

Intrighi di potere e torbidi inganni nella dirigenza politica inglese.

THE OTHERS

Screenshot-2023-09-07-alle-16.07
Enzo Jannacci
BARBERA_2023-500
Diventare quello che siamo
limelight-495x495
Sopravvissuti
Sic(3)
38. Sic Awards
IL CONFINE VERDE
I vincitori del Premio Arca CinemaGiovani
IO CAPITANO
A "Io capitano" il Soundtrack Stars Award
IO CAPITANO
A "Io Capitano" il Premio Cict Unesco "Enrico Fulchignoni"
LAVORI DI CASA PER PRINCIPIANTI
Il Queer Lion Award a "Domakinstvo za Pocetnici"
82631-AWARD_CEREMONY_-_Tony_Leung_Chiu-Wai__Credits_Andrea_Avezz___La_Biennale_di_Venezia_-_Foto_ASAC___12_
Un’impronta inconfondibile
foto-di-Gian-Butturini-Archivio-Basaglia-cover
La libertà necessaria

VeNewsletter

Ogni settimana

il meglio della programmazione culturale
di Venezia