Leader naturale, ragazza generosa e gioiosa, Rebecca Zlotowski ha messo tutte queste qualità al servizio di una carriera cinematografica notevole. Dopo aver frequentato scuole di livello quali la Normale Sup e la Fémis, realizza a 30 anni il suo primo film, Belle Épine (2010), con Léa Seydoux e Anaïs Dumoustier nel ruolo di due ragazze adolescenti che si legano dopo essere state arrestate per uso di droghe e che cercano di trovare la loro strada in un mondo non sempre facile. Il successivo lungometraggio, Grand Central (2013), vede la protagonista (ancora Léa Seydoux, questa volta insieme a Tahar Rahim) affrontare una questione scottante legata ai rischi dell’utilizzo del nucleare. Zlotowski realizza poi un altro film ambizioso, Planetarium (2016), che si distingue sia per il soggetto trattato che per il cast: Natalie Portman e Lily-Rose Depp nel ruolo di due sorelle che praticano sedute spiritiche. Une fille facile (2019), vincitore del premio della SCAD a Cannes, racconta invece la storia di Naïma, figlia sedicenne di una donna delle pulizie che scopre lo stile di vita della “ragazza facile” insieme alla cugina Sofia. I figli degli altri, presentato oggi in Concorso, è il suo quinto lungometraggio.
Ispirato alla storia personale della regista, il film racconta di Rachel, un’insegnante che ama la sua vita, i suoi studenti, i suoi amici, le sue lezioni di chitarra. Quando si innamora di Ali, si affeziona subito a Leila, sua figlia di quattro anni. Rachel le sta vicino, s...